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Uccisione dell’orsa F36, Leal ottiene il rinvio a giudizio di due imputati

Il Tribunale di Trento accoglie gli elementi presentati dall’associazione. L’udienza preliminare fissata per il 9 febbraio 2026
 |  Natura e biodiversità

L’orsa F36, uccisa il 27 settembre 2023 in Sella Giudicarie con un colpo di arma da fuoco, torna al centro delle cronache giudiziarie. A seguito della denuncia presentata da Leal – Lega antivivisezionista tramite la propria legale Aurora Loprete, il Pubblico Ministero Patrizia Foiera ha disposto il rinvio a giudizio per due delle quattro persone inizialmente indagate. L’udienza preliminare si terrà il 9 febbraio 2026 presso il Tribunale di Trento.

Gli imputati, identificati con le iniziali G. V. e D. P., dovranno rispondere del reato di concorso in uccisione di animale per crudeltà e senza necessità (artt. 110 e 544-bis c.p.). Secondo le indagini, avrebbero sparato all’orsa con un’arma da caccia a canna rigata pur non essendoci alcun rischio per la loro incolumità né per quella di terzi, dato che l’animale non mostrava atteggiamenti aggressivi né confidenti.

A D. P. è contestato inoltre il reato di favoreggiamento personale (art. 378 c.p.), per aver tentato di ostacolare le indagini durante una perquisizione, il 17 maggio 2024, quando avrebbe dichiarato: «...siete lontani anni luce, non ve lo dirò mai...».

Secondo l’autopsia, la morte dell’orsa è stata causata da shock ipovolemico conseguente a lesioni traumatiche degli organi vitali, provocate dal proiettile.

Il percorso giudiziario non è stato lineare. La Procura aveva inizialmente richiesto l’archiviazione del procedimento per insufficienza di prove circa i responsabili, ma Leal, tramite la sua legale, ha evidenziato importanti lacune investigative e presentato elementi indiziari peculiari, emersi dall’analisi tecnico-scientifica di parte e dalla documentazione acquisita, compresi i rilievi effettuati durante le perquisizioni domiciliari.

Un passaggio cruciale era stato, nel novembre 2024, il pronunciamento del Consiglio di Stato, che aveva dato ragione alle associazioni animaliste, sottolineando che l’esemplare non doveva essere ucciso.

Gian Marco Prampolini, presidente Leal stigmatizza l'efferatezza del crimine e ricorda: «Leal sarà presente in aula e si costituirà parte civile per chiedere giustizia per la morte dell'orsa F36. L'uccisione dell'orsa F36 è un atto di una gravità inaudita. Il nostro impegno va oltre la tutela dei singoli animali. Vogliamo lanciare un messaggio forte contro ogni forma di crudeltà nei confronti di orsi e di tutta la fauna selvatica: Leal non trascurerà di agire sul fronte legale per contrastare questi crimini e assicurare che chi si rende responsabile di tali atti venga punito con la massima severità»

Redazione Greenreport

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