Due Ibis eremita in pericolo di estinzione uccisi a fucilate in Italia: erano entrati nel nostro Paese da un’ora
La storia è di quelle che sarebbero perfette per un bel film, magari d’animazione, di quelli che cominciano con la scritta «tratto da una storia vera», e però con anche l’avvertimento iniziale in rosso «bambini accompagnati», o addirittura «13+», per evitare traumi e magoni e pianti, perché dopo tanta bellezza e segnali di speranza il finale è di quelli tragici, in cui i protagonisti dopo tante peripezie finiscono ammazzati per una casualità di eventi meschini, di un concatenarsi di azioni di poco o nessun conto per chi le compie, ma fatali per chi le subisce e non solo. È una storia di animali, aggiungiamo subito, d’accordo. Di quelle che magari qualcuno ascolta e liquida con un’alzata di spalle, e invece merita di essere raccontata.
Agli animali in questione era stato dato anche un nome: Zoppo e Zaz. Erano due Ibis eremita (Geronticus eremita), appartenenti ad una specie in pericolo critico di estinzione: scomparsi in Europa nel XVII secolo, sono stati reintrodotti grazie a un progetto di conservazione Life (per la precisione il Life Northern Bald Ibis) riconosciuto a livello mondiale, che vede Natura Viva come suo unico partner italiano e che è finanziato dall’Unione europea. Il progetto è tutt’altro che di poco conto: si tratta infatti della prima iniziativa al mondo volta a ristabilire una specie migratrice nel suo storico areale europeo, ripristinando un comportamento migratorio culturale ormai perduto. Dal 2004, giovani Ibis allevati dall’uomo vengono guidati dalle colonie riproduttive che si trovano a nord delle Alpi fino al sito di svernamento in Toscana, assicurando che imparino la rotta migratoria per i viaggi futuri.
Zoppo era un pionere tra questi uccelli. Nel 2017 aveva seguito con successo un ultraleggero da Überlingen, attraversando le Alpi fino all’Italia. Nel 2020 era diventato il primo Ibis eremita sessualmente maturo, dopo oltre 400 anni, a tornare indipendentemente nel sito di riproduzione sul Lago di Costanza: un traguardo fondamentale e di inestimabile importanza per la creazione di una nuova colonia europea. Da allora, Zoppo è sempre stato il primo Ibis a tornare in primavera, diventando un vero e proprio simbolo del Progetto nonché una figura molto amata dalla comunità di Überlingen e non solo.
Zaz, nata in natura a Überlingen nel maggio 2025, stava imparando quest’anno la rotta migratoria proprio da Zoppo, seguendolo passo dopo passo nel suo primo viaggio verso sud.
All’inizio di ottobre 2025, la coppia aveva lasciato il sito riproduttivo ed era entrata in Svizzera, tentando più volte di attraversare le Alpi nel Cantone dei Grigioni, una sfida impegnativa per una specie che sfrutta le correnti ascensionali per il suo volo. Il 16 ottobre, erano finalmente riusciti a superare la dorsale alpina principale nei pressi del Piz Gallagiun, a quasi 3.000 metri di altitudine. Poco dopo, si erano posati in un prato nei pressi di Dubino, in provincia di Sondrio, per cercare cibo. E qui la storia finisce, perché ad accoglierli c’era un comitato di benvenuto tutt’altro che amichevole: sono stati presi a fucilate, uccisi entrambi, meno di un’ora dopo essere entrati in Italia.
«Questo atto brutale non solo ha privato il Progetto di uno dei suoi esemplari fondatori, ma ha anche profondamente scosso la vasta comunità internazionale che da anni seguiva il viaggio di Zoppo», ha dichiarato Roberta Peroni, responsabile della campagna anti-bracconaggio di Waldrappteam.
Quasi tutti gli Ibis eremita del progetto in questione sono equipaggiati di trasmettitori Gps, che ne consentono il monitoraggio in tempo reale. Ciò ha permesso a Waldrappteam di allertare immediatamente le autorità. I Carabinieri Forestali di Lecco e Sondrio, con il supporto della Riserva naturale Pian di Spagna e Lago di Mezzola, hanno avviato un’indagine approfondita e recuperato i trasmettitori dei due Ibis. Sono stati sequestrati armi, munizioni, dispositivi elettronici ed una licenza di caccia ad un sospettato, che ora dovrà rispondere di accuse tra cui uccisione di fauna protetta e possesso illegale di armi.
Roberta Peroni ha dichiarato: «Abbiamo ricevuto dall’Austria le coordinate Gps esatte e l’orario della morte, e abbiamo subito informato i Carabinieri Forestali. La loro reattività è stata essenziale».
Il team del Progetto richiede una condanna penale e intende anche intraprendere un’azione civile per ottenere il risarcimento dei danni arrecati al Progetto di conservazione.
Dure condanne arrivano anche dai vertici del mondo della conservazione. «Il bracconaggio resta la minaccia più grave per l’Ibis eremita in Italia», ha affermato Johannes Fritz, direttore di Waldrappteam Conservation & Research. «L’uccisione di due Ibis eremita a meno di un’ora dal loro arrivo in Italia è un promemoria doloroso della grave minaccia che il bracconaggio rappresenta per la biodiversità e dell’urgenza di combattere questo crimine».
L’episodio tra l’altro avviene in un momento di forte preoccupazione riguardo al disegno di legge 1552, una proposta legislativa italiana che mira ad estendere la stagione venatoria anche a periodi cruciali per le specie migratrici, su cui diverse associazioni ambientaliste e animaliste si battono da tempo e che vede contrari la maggioranza dei cittadini italiani.
Angela Di Pumpo, seconda responsabile della campagna anti-bracconaggio, ha invocato una maggiore tutela della biodiversità: «Prolungare la stagione di caccia contraddice la normativa europea sulla natura e mette ulteriormente a rischio popolazioni già vulnerabili. Il bracconaggio in Italia non è un fenomeno isolato — è un problema sistemico che richiede con urgenza soluzioni strutturali».
Waldrappteam esprime profonda gratitudine ai Carabinieri Forestali ed alla Riserva Naturale Pian di Spagna e Lago di Mezzola per la loro azione rapida e professionale. Questo caso evidenzia l’importanza della collaborazione coordinata tra organizzazioni di conservazione, forze dell’ordine, autorità e volontari — in linea con l’Articolo 9 della Costituzione italiana, che impegna la Repubblica a proteggere la natura e la biodiversità per le generazioni future.