
Il decreto bollette è legge: la mancia di 200 euro non risolverà il problema del costo dell’energia

Con 99 sì, 62 no e un astenuto, il Senato ha dato il via libera definitivo al decreto legge bollette. Il testo, che a questo punto è diventato legge, prevede «misure urgenti in favore delle famiglie e delle imprese di agevolazione tariffaria per la fornitura di energia elettrica e gas naturale». Cosa significherà in concreto? Che i nuclei famigliari con Isee fino a 25 mila euro potranno ricevere un contributo straordinario di 200 euro. Praticamente, quanto paga una famiglia con consumi medi per una bolletta bimestrale. Per i restanti dieci mesi dell’anno non cambia granché, a parte il fatto, come si legge nel testo approvato dal Parlamento con i voti delle forze che sostengono il governo Meloni, che ora vengono messe in campo misure «per la trasparenza delle offerte al dettaglio e il rafforzamento delle sanzioni delle Autorità di vigilanza», tutele graduali per i più vulnerabili, un bonus elettrodomestici senza il famigerato meccanismo del click day, delle risorse per ridurre i costi energetici delle piscine, un salva-auto aziendali (i veicoli ordinati entro il 31 dicembre 2024 e «concessi in uso promiscuo dal primo gennaio 2025 al 30 giugno 2025», saranno esclusi dal nuovo sistema di tassazione dei fringe benefit introdotto dalla manovra), mentre per le imprese, e in particolare per le Pmi, arrivano 600 milioni destinati alle agevolazioni per la fornitura di luce e agli energivori vengono anticipati 600 milioni derivanti dalle aste Ets.
Il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, mostra soddisfazione per quello che definisce «un aiuto tangibile», ma da più parti vengono piuttosto sottolineate tutte le criticità insite nel provvedimento del governo e votato dalla maggioranza parlamentare. Il Wwf sottolinea che la destra «utilizza i soldi della transizione per incentivare l’uso del combustibile fossile», mentre le forze di opposizione (Pd, M5S, Avs) fanno notare che si tratta di misure solo temporanee, il governo manca di coraggio e non si sta facendo quanto opportuno per far fronte al fatto che paghiamo l’energia più cara d’Europa. In primis, il governo non sta spingendo quanto dovrebbe sulle rinnovabili che, come notano ricercatori ed esperti del settore energetico, possono dare un importante contributo per abbassare il costo delle bollette. Scrive il Pd, in una nota diffusa già prima della votazione al Senato: «Ci sarebbe bisogno della direzione opposta presa da alcuni recenti provvedimenti del Governo, di una drastica sburocratizzazione dell’installazione di energie rinnovabili: è solo accelerando il loro sviluppo ed eliminando le distorsioni nella formazione dei prezzi che si possono tagliare subito i costi eccessivi dell’energia».
