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Contro i mulini a vento: 17 procuratori generali Usa fanno causa a Trump per lo stop all’eolico

James: «Minaccia la perdita di migliaia di posti di lavoro ben retribuiti e miliardi di investimenti, rallentando la nostra transizione dai combustibili fossili»
 |  Nuove energie

I procuratori generali di 17 Stati Usa e di Washington, D.C. hanno intentato una causa contro l’Amministrazione Trump per le sue azioni volte a bloccare i progetti eolici onshore e offshore. Nel suo primo giorno in carica, infatti, Donald Trump ha emesso un ordine esecutivo che ha posto fine al sostegno federale a tutti i progetti eolici negli Stati Uniti. Poi ad aprile, il Segretario degli Interni Doug Burgum ha firmato un ordine di sospensione dei lavori per l’Empire Wind Project al largo della costa di New York, licenziando di fatto migliaia di americani impiegati nel settore eolico offshore.

Adesso è la procuratrice generale di New York, Letitia James, a guidare una coalizione composta da altri 17 procuratori generali nel presentare una causa per porre fine al blocco arbitrario e a tempo indeterminato imposto dall’amministrazione Trump allo sviluppo di nuovi progetti eolici in tutto il Paese.

«Questa amministrazione sta colpendo duramente una delle fonti di energia pulita, affidabile ed economica in più rapida crescita del nostro Paese», ha dichiarato la procuratrice generale James, aggiungendo che questo «minaccia la perdita di migliaia di posti di lavoro ben retribuiti e miliardi di investimenti, rallentando la nostra transizione dai combustibili fossili che danneggiano la nostra salute e il nostro pianeta».

Effettivamente, numerose domande per progetti eolici risultano ora congelate. La procuratrice generale James e la coalizione sostengono che questo blocco totale dei progetti eolici sia illegittimo e chiederanno un’ingiunzione preliminare per impedire immediatamente all’amministrazione di applicare la sospensione mentre il contenzioso è in corso: il blocco indefinito delle autorizzazioni federali sta già mettendo a rischio gli investimenti pubblici e i benefici economici legati ai progetti eolici.

Solo a New York, l’energia eolica sostiene attualmente oltre 4.400 posti di lavoro e si prevede che ne genererà più di 18.000 nei prossimi anni. Questi posti di lavoro non si concretizzeranno se i progetti saranno bloccati; inoltre, il blocco potrebbe lasciare inutilizzati miliardi di dollari di investimenti in energia pulita, danneggiando gravemente lo sviluppo economico statale.

La procuratrice James e la coalizione sostengono che il presidente abbia agito al di fuori dei suoi poteri legali e non abbia alcuna base giuridica per sospendere unilateralmente il processo di autorizzazione. Chiedono dunque al tribunale di intervenire, dichiarare illegittimo il blocco delle autorizzazioni e ripristinare l’iter per i permessi eolici, proteggendo a lungo termine il settore.

«L’eolico offshore è una fonte energetica domestica pulita, affidabile ed economica, che già oggi fornisce elettricità a decine di migliaia di famiglie e ha il potenziale per alimentarne milioni – commenta nel merito Xavier Boatright, in qualità di vicedirettore legislativo per l’Energia Pulita e l’Elettrificazione del Sierra Club, la più importante associazione ambientalista statunitense –  Ma Donald Trump è ostinatamente determinato a distruggere questi progetti, molti dei quali sono già in fase di avvio e rappresentano decine di migliaia di posti di lavoro stabili e ben retribuiti per gli americani. Questa causa rende chiaro e inequivocabile che porre fine all’energia eolica non è ciò che vogliono gli americani, né ciò che meritano. Anziché aggrapparsi a combustibili fossili tossici e mortali, è ora che Trump e la sua amministrazione affrontino la realtà: le rinnovabili stanno già oggi fornendo energia a basso costo agli americani in modo efficace. Trump deve reinvestire nei lavoratori americani, nell’innovazione americana e in un futuro pulito per la prossima generazione».

Di certo la procuratrice generale Letitia James è in buona compagnia: nella causa sono uniti i procuratori generali di Arizona, California, Colorado, Connecticut, Delaware, Illinois, Maine, Maryland, Massachusetts, Michigan, Minnesota, New Jersey, New Mexico, Oregon, Rhode Island, Washington e Distretto di Columbia.

Luca Aterini

Luca Aterini, toscano, nasce settimino il 1 dicembre 1988. Non ha particolari talenti ma, come Einstein, si dichiara solo appassionatamente curioso: nel suo caso non è una battuta di spirito. Nell’infanzia non disegna, ma scarabocchia su fogli bianchi un’infinità di mappe del tesoro; fonda il Club della Natura, e prosegue il suo impegno studiando Scienze per la pace. Scrive da sempre e dal 2010 per greenreport, di cui è oggi caporedattore.