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Malta si prepara a bandire le aste per i parchi eolici offshore, mentre la Zee italiana è ferma al palo

Le Zone economiche esclusive potrebbero assumere nei prossimi anni un enorme potenziale economico
 |  Nuove energie

Partiamo da lontano per osservare e, ove possibile, analizzare quello che accade a Sud di Capo Passero, nello Stretto di Sicilia, nel punto d’incontro tra i due mari (Jonio e Mare Africano) e che costituisce quello che nel gergo marinaresco viene definito il Canale di Malta.

Le cosiddette Zee (zone economiche esclusive) potrebbero assumere nei prossimi anni un enorme potenziale economico che, oltre a ricomprendere la pesca marittima – ancora oggi rimasta irresoluta questione coi pescatori siciliani –, riguarda molto da vicino le isole artificiali, i parchi eolici offshore, i parchi fotovoltaici in mare nonché l’energia generabile dalle onde marine e, conseguentemente, gli introiti derivanti da queste futuristiche attività legate alla transizione energetica che caratterizza questo secolo.

Procediamo con ordine, a partire dal Malta maritime forum (Mmf), che ha preso in considerazione un documento pubblico intitolato “Zona economica esclusiva - Un mare di opportunità”. Questo documento nasce in seguito all'emanazione del Exclusive economic zone act 2021 da parte della Repubblica di Malta.

Legge in esame consente al Governo di dichiarare e designare, con avviso legale, la zona economica esclusiva (Zee) di Malta, un'area che si estende oltre le 12 miglia dalle acque territoriali della Repubblica di Malta per una superficie di 71.446 chilometri quadrati, e che in parte o completamente coincide con la piattaforma continentale del Paese.

Significativa importanza assume la dichiarazione scaturita dal Mmf  – organo camerale che raggruppa tutte le parti interessate dell’industria marittima maltese –, che ritiene prioritario, ancor prima di un’assegnazione regolamentata di una Zee, l’analisi preventiva finalizzata a rispettare “…le lossodromie e le rotte di navigazione dello shipping”, in modo da garantire il disciplinato svolgimento dei traffici marittimi e far in modo che possano continuare a fluire liberamente, evitando perturbazioni e/o costosi ritardi alle compagnie marittime.

Per questo motivo, Mmf raccomanda di effettuare una valutazione approfondita del rischio prima di qualsiasi decisione riguardante la delimitazione delle zone in questione.

Fin qui le posizioni emerse nel corso di un lungo confronto sulla irresoluta questione della netta delimitazione della Zee tra i due Paesi trans-frontalieri da parte di Malta. Dunque, è legittimo chiedersi: e da noi in Italia cosa succede?

Se ne parla decisamente poco e ciò non si comprende specialmente oggi, in quanto l’intera problematica ha assunto carattere d’urgenza, dovuta al fatto che un consistente numero di proposte progettuale finalizzate alla realizzazione di parchi eolici offshore guarda alle acque del Canale di Malta, notoriamente poco profonde e ricche di venti che spirano con intensità e costanza, tali da renderle appetibile all’emergente industria dell’energia alternativa.

Malta si è già mossa: nell’area 2 visibile nella cartina sottostante, vengono individuate aree ritenute adatte per l’installazione dei parchi eolici offshore e, a breve, verranno aperte le aste, ad evidenza comunitaria, per assegnarla agli imprenditori che presenteranno i progetti migliori e che pagheranno la relativa concessione allo Stato maltese. E da noi, in Italia, cosa si sta ancora aspettando per individuare le aree idonee ove realizzare nelle migliori condizioni ambientali possibili i parchi eolici offshore?

malta zee

 

Redazione Greenreport

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