Nuova procedura d’infrazione contro l’Italia: richiamo della Commissione Ue sulle rinnovabili
Ci sono bacchettate come quella recente per i mancati investimenti a favore dell’ambiente e ci sono le più o meno recenti procedure d’infrazione che continuiamo a collezionare sulle più svariate materie. E ora da Bruxelles ne è arrivata un’altra, ad arricchire la già nutrita lista, riguardante in particolare un tema fondamentale come quello delle rinnovabili.
La Commissione europea ha avviato una procedura di infrazione contro l'Italia per non aver comunicato per tempo il recepimento completo della nuova direttiva sulle energie rinnovabili nel diritto interno. Da Bruxelles ricordano che la direttiva è stata adottata nel 2023 e le capitali dovevano notificarne il recepimento entro il 21 maggio 2025, ad eccezione di alcune disposizioni relative alle autorizzazioni, che dovevano essere recepite entro il primo luglio 2024. Ma il tempo è passato e l’Italia, insieme ad altri 25 Paesi comunitari, non ha fatto quanto avrebbe dovuto.
«Le nuove norme – sottolineano da Bruxelles – mirano ad accelerare la diffusione delle energie rinnovabili in tutti i settori dell'economia, non solo nel settore dell'energia elettrica, ma anche e soprattutto in quei settori in cui i progressi sono più difficili, come il riscaldamento e il raffreddamento, gli edifici, i trasporti e l'industria, dove abbiamo anche fissato obiettivi nuovi o rafforzato quelli esistenti».
Sulle disposizioni riguardanti le autorizzazioni, in particolare, la Commissione europea aveva già avviato l'infrazione contro le 26 capitali a settembre dell'anno scorso. Ad oggi solo la Danimarca ha notificato per tempo il recepimento.
La Commissione ha quindi inviato una seconda lettera di costituzione in mora agli altri venticinque Paesi, che avranno ora due mesi di tempo per rispondere, completare il recepimento e notificare le misure adottate a Bruxelles. In assenza di una risposta soddisfacente, la Commissione potrà decidere di emettere un parere motivato, portando avanti l'iter.
Sottolineano sempre le fonti comunitarie: «L'attuazione della legislazione è fondamentale per accelerare la diffusione dell'energia pulita prodotta internamente, per ridurre ulteriormente le emissioni di gas a effetto serra nel settore energetico - che attualmente contribuisce per oltre il 75% alle emissioni totali di gas a effetto serra nell'Unione - e per rafforzare la sicurezza energetica. Contribuirà inoltre a ridurre i prezzi dell'energia e a migliorare la competitività dell'economia dell'Ue». L’Italia e gli altri Paesi che hanno ricevuto le lettere di infrazione hanno ora due mesi di tempo per rispondere, completare il recepimento e notificare le misure adottate alla Commissione. In assenza di una risposta soddisfacente, la Commissione potrà decidere di emettere un parere motivato.