Non solo condizionatori: come restare al fresco senza surriscaldare il sistema energetico
Secondo l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms), quasi mezzo milione di decessi all'anno a livello globale sono correlati al caldo, un problema in crescita anche nel mondo industrializzato dato che – a causa della crisi climatica in corso, alimentata dall’impiego dei combustibili fossili – il mese scorso è stato il giugno più caldo mai registrato nell'Europa occidentale, con anche l’Italia attraversata da un’intensa ondata di calore, che in questi giorni sta purtroppo concedendo un bis.
Attualmente, a livello globale circa 3,5 miliardi di persone vivono in regioni con temperature elevate, ma solo il 15% circa di loro possiede un condizionatore. Ma la situazione è destinata a cambiare nei prossimi anni. Nel Sud-est asiatico, ad esempio, si prevede che il numero di condizionatori aumenterà di nove volte tra il 2020 e il 2040, in base alle attuali politiche, ma sebbene la domanda di aria condizionata sia in rapida crescita, l'accesso ai condizionatori è ancora fortemente diseguale, soprattutto tra le varie fasce di reddito.
Secondo un’analisi appena pubblicata sulle pagine dall’Agenzia internazionale per l’energia (Iea), ade esempio nella regione che comprende l'Asia orientale e il Pacifico solo il 25% circa delle famiglie a basso reddito possiede un condizionatore, rispetto a oltre il 75% delle famiglie più ricche. Nell'Africa subsahariana, nonostante l'elevato fabbisogno di raffreddamento, l'uso dei condizionatori al di fuori del quintile più ricco è estremamente limitato; al contrario, in Europa, dove la proprietà totale di condizionatori è relativamente bassa, al 20%, si registra una distribuzione più equa tra i livelli di reddito.
“Più equa” non significa però esente da problemi perché, come documenta un recente studio del Centro euromediterraneo sui cambiamenti climatici (Cmcc), in Italia solo l’1% dei poveri ha accesso all’aria condizionata, e in uno scenario di intenso riscaldamento globale, già nel 2050 ben 462mila famiglie italiane – per quasi la metà in Sicilia – rischiano di scendere sotto la soglia della povertà energetica legata alla spesa elettrica per il raffrescamento (una famiglia è considerata in condizioni di povertà energetica se la spesa energetica per il riscaldamento e il raffrescamento supera il 10% del proprio reddito o della propria spesa totale). Un problema da affrontare sin da oggi, con strategie adeguate dal punto di vista sociale, ma anche in grado di non mettere in crisi il sistema energetico in conseguenza ai picchi di domanda legati al raffrescamento. Come?
Secondo l’analisi della Iea, il miglioramento dell'efficienza delle unità di condizionamento dell'aria può rappresentare un approccio chiave a breve termine. A livello globale, il nuovo condizionatore d'aria medio venduto ha un'efficienza pari solo alla metà rispetto ai migliori modelli disponibili. Tuttavia, un'apparecchiatura più efficiente non deve necessariamente costare di più: a parità di spesa, i consumatori possono acquistare condizionatori d'aria con livelli d’efficienza (Energy efficiency ratio – Eer) che vanno da 3 watt per watt (W/W) a oltre 6 W/W: in altre parole, con efficienza 3 W/W il condizionatore sottrae all’ambiente 3 watt termici per ogni watt elettrico consumato, a 6 W/W ne sottrae 6, con consumo energetico dimezzato a parità di comfort.
Anche abbassare la temperatura d’uso dei condizionatori di pochi gradi, eventualmente in abbinamento a un ventilatore, è una buona strategia: un condizionatore di media efficienza impostato a 26 °C in un edificio ben isolato consuma circa il 30% di energia in meno rispetto a uno impostato a 24 °C, e l'aggiunta di un ventilatore consuma una quantità di energia aggiuntiva trascurabile rispetto all’abbassamento di due gradi, sempre a parità di comfort per l’utente.
«Mantenere il fresco – aggiungono però dalla Iea – non significa solo installare un impianto di aria condizionata. Il modo in cui progettiamo i nostri edifici e pianifichiamo le nostre città può avere un impatto significativo sull'entità della domanda di raffreddamento. A livello di edificio, misure come un adeguato isolamento e l'ombreggiatura esterna possono ridurre la richiesta di raffreddamento di un edificio fino all'80%, mentre le tecniche di raffreddamento passivo come la ventilazione naturale possono offrire un rapido sollievo, abbassando le temperature interne fino a 9 °C. Con l'aumento del caldo estremo, ripensare la progettazione delle città è altrettanto importante. Durante una recente ondata di calore a Parigi, ad esempio, le temperature notturne in un parco del centro città erano fino a 7 °C più basse rispetto alle aree edificate vicine. Integrare più spazi verdi, come parchi e alberi, nella pianificazione urbana può ridurre significativamente gli effetti delle isole di calore e aiutare le città a raffreddarsi più efficacemente durante la notte».
Da qui i consigli della Iea per ridurre al minimo gli impatti negativi della crescente domanda di raffreddamento sui sistemi energetici in tutto il mondo: mettere in campo una regolamentazione pubblica che supporti una migliore pianificazione urbana; fornire le informazioni che possono aiutare le persone a fare scelte migliori; rendere disponibili incentivi per incoraggiare l'acquisto di condizionatori, ventilatori e altre soluzioni di raffrescamento a basso consumo energetico.
Consigli utili in particolare per il Governo italiano, che non ha ancora recepito la direttiva europea Case verdi per efficientare le case, e contribuire così a migliori condizioni di raffrescamento, a prezzi più bassi.