Grazie alle rinnovabili le emissioni climalteranti della Cina stanno iniziando a scendere
Le emissioni del settore energetico cinese sono diminuite del 3,2% su base annua nella prima metà del 2025, proseguendo una tendenza al ribasso iniziata ormai da marzo 2024. È quanto documenta l’ultima analisi di Carbon Brief, mostrando come l'aumento record della capacità solare (+212 GW nel primo semestre 2025) stia portando le emissioni di CO2 della Cina sulla buona strada per un calo complessivo nell’anno in corso.
Finora la crescita della produzione di energia pulita, pari a circa 270 terawattora (TWh) escludendo l'energia idroelettrica, ha superato di gran lunga la crescita della domanda, pari a 170 TWh. L'uso del carbone nel settore energetico è diminuito del 3,4% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, mentre l'uso del gas è aumentato del 6%, con conseguente calo del 3,2% delle emissioni per il settore nel suo complesso.

Eppure le contraddizioni non mancano, perché i dati del Global Energy Monitor mostrano 93-109 GW di progetti a carbone in costruzione in Cina che potrebbero essere completati quest'anno, col 2025 che dovrebbe così stabilire un nuovo record d’installazioni. Ma l'aumento della capacità non si traduce necessariamente in una maggiore produzione o in maggiori emissioni, contando che nel 2024 il tasso medio di utilizzo delle centrali elettriche a carbone in Cina era pari a circa il 50%.
Le aziende stanno costruendo nuovi impianti a carbone per la produzione di energia seguendo il piano quinquennale del Governo che copre il periodo 2021-2025 – in cui pesa la crisi energetica del 2020 nella Cina nord-orientale, col conseguente impiego di nuovi progetti di centrali a carbone come forma di assicurazione contro future interruzioni delle forniture elettriche, in quanto econoimche e veloci da costruire –, anche se l'obiettivo di espandere la capacità di energia a carbone a 1.360 GW nel quinquennio difficilmente verrà raggiunto.
Da allora però la Cina ha anche aggiunto decine di gigawatt di sistemi di accumulo a batterie, ha accelerato i progetti di pompaggio idroelettrico e ha migliorato i collegamenti tra i mercati dell'elettricità nelle diverse province. Questi investimenti hanno già contribuito a evitare blackout durante le ultime estati, quando sono entrate in funzione solo poche delle centrali a carbone appena autorizzate. Pertanto, non è chiaro se le nuove centrali a carbone saranno effettivamente utilizzate per garantire la sicurezza dell'approvvigionamento. Soprattutto mentre la crescita dell'energia pulita è ancora in accelerazione, in attesa che vengano definiti gli obiettivi per il prossimo piano quinquennale, la cui pubblicazione è prevista per l'inizio del 2026.
Si tratta di un passaggio importante, perché nonostante i rapidi progressi registrati nel 2024 e nel 2025, la Cina è destinata a non raggiungere numerosi obiettivi in materia di emissioni nel periodo 2021-2025, a causa del rapido aumento delle emissioni di CO2 durante e dopo la pandemia di Covid.
Questi obiettivi includono miglioramenti nell’intensità di carbonio, controlli “rigorosi” della crescita del consumo di carbone e di nuove centrali elettriche a carbone, nonché la quota di produzione di acciaio ad arco elettrico nella produzione totale di acciaio. Se il Governo cinese vorrà colmare il divario rispetto agli obiettivi del 2025 e procedere verso il raggiungimento degli obiettivi del 2030 – entro quando dovrà essere raggiunto il picco delle emissioni, secondo gli impegni annunciati da Pechino – dovranno definire obiettivi più ambiziosi nel 15° piano quinquennale, che copre il periodo 2026-2030.
