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La Cina verso il 15° Piano quinquennale, punta alla leadership globale nella transizione energetica

La capacità eolica e solare installata è triplicata in soli quattro anni, dando nuove prospettive per il raggiungimento degli obiettivi climatici a livello mondiale
 |  Nuove energie

BEIJING. Il 26 agosto 2025, durante una serie di conferenze stampa organizzate dall'Ufficio informazione del Consiglio di Stato, le autorità cinesi hanno tracciato un bilancio intermedio sul 14° Piano quinquennale, evidenziando i progressi straordinari compiuti nello sviluppo energetico come nell’elettrificazione. Secondo Wang Hongzhi, direttore dell'Amministrazione nazionale per l'energia, la Cina «ha raggiunto risultati storici e si prepara a centrare pienamente gli obiettivi fissati, diventando uno dei motori principali della transizione energetica globale».[1]

Nei primi quattro anni del Piano, la Cina ha visto il consumo energetico crescere a ritmi senza precedenti, superando del 50% la crescita registrata nel ciclo precedente. Nel 2025 la produzione di energia elettrica supererà i 10 trilioni di kWh, pari a un terzo del totale mondiale, mentre la produzione energetica complessiva raggiungerà i 5 miliardi di tonnellate di carbone standard equivalenti.[2] Grazie a una rete infrastrutturale in costante espansione – dalla trasmissione di energia elettrica e gas dall’ovest all’est, fino alle dorsali del carbone da nord a sud – la Cina è riuscita a garantire forniture stabili anche alle province più sviluppate: nonostante le difficoltà legate alla crescita degli impianti a carbone, lo sviluppo delle rinnovabili sta permettendo di ridurre le emissioni complessive del comparto energetico[3].

Sul fronte della mobilità sostenibile, il Paese ha costruito la più grande rete di ricarica per veicoli elettrici al mondo, con una stazione ogni cinque auto. Oltre il 90% della crescita della domanda energetica è stata soddisfatta con produzione interna, segno di una crescente autonomia e resilienza.

Il 14° Piano quinquennale ha visto una rapida espansione delle rinnovabili: la quota di capacità installata da fonti pulite è passata dal 40% a circa il 60%[4], con una crescita annua record per eolico e fotovoltaico.[5] Oggi un terzo dell’elettricità consumata proviene da fonti verdi.[6] La capacità eolica e solare installata è triplicata in soli quattro anni, raggiungendo 1,68 miliardi di kW, mentre la loro produzione ha quasi raddoppiato la quota sul consumo elettrico nazionale (dal 9,7% nel 2020 al 18,6% nel 2024).[7] La Cina non si limita a trasformare il proprio mix: grazie all’export di turbine e pannelli fotovoltaici ha contribuito a ridurre all’estero 4,1 miliardi di tonnellate di CO2, consolidando il suo ruolo di protagonista globale.[8]

Grandi progetti come la centrale idroelettrica di Baihetan dimostrano la capacità tecnologica del Paese di rafforzare la rete energetica. È da sottolineare che la Cina oggi detiene oltre il 40% dei brevetti mondiali nelle nuove energie e guida lo sviluppo di soluzioni avanzate come micro reti intelligenti, centrali virtuali e sistemi di accumulo.[9] Le innovazioni hanno permesso al Paese di raggiungere record mondiali nell’efficienza fotovoltaica e nella potenza delle turbine offshore, rafforzando ulteriormente il suo vantaggio competitivo.[10]

Verso il 15° Piano quinquennale

Guardando al futuro, le autorità cinesi terranno conto dello sviluppo della geopolitica mondiale (e di fattori come le gravi oscillazioni economiche dovute all’impatto del Covid-19, le crisi della global supply chain, e la pressione delle politiche commerciali americane) e perseguiranno l’obiettivo di accelerare la costruzione di una potenza energetica moderna nell’ambito del prossimo Piano quinquennale. Si può dunque constatare che la Cina, in questa fase storica, sta fornendo una proposta risolutiva per la transizione energetica globale, basata sui tre pilastri della sicurezza, dell’innovazione e dello sviluppo verde. Questa è una scelta politica che, se confermata, non solo garantirà la sicurezza energetica interna per oltre 1,4 miliardi di persone, ma avrà impatti significativi anche sul raggiungimento degli obiettivi climatici a livello mondiale.

[1]https://english.www.gov.cn/news/202508/26/content_WS68adc0b2c6d0868f4e8f5175.html?.com

[2] https://english.www.gov.cn/archive/statistics/202501/21/content_WS678f4adfc6d0868f4e8ef06f.html

[3] https://www.greenreport.it/news/nuove-energie/57383-grazie-alle-rinnovabili-le-emissioni-climalteranti-della-cina-stanno-iniziando-a-scendere

[4] www.facebook.com/chineseembassyitaly/posts/la-cina-ha-realizzato-in-pochi-anni-la-pi%C3%B9-estesa-rete-globale-di-colonnine-per-/1214245477410311/

[5] www.energiaitalia.news/news/solare/in-cina-installato-il-40-della-capacita-solare-mondiale-lanalisi/25188/

[6] www.greenreport.it/news/nuove-energie/56773-rinnovabili-la-cina-ha-il-sistema-in-piu-rapida-crescita-e-ora-vara-i-primi-standard-per-lindustria-pesante

[7] https://climateenergyfinance.org/wp-content/uploads/2025/02/MONTHLY-CHINA-ENERGY-UPDATE-Feb-2025.pdf?.com

[8] https://geagency.it/clima-e-ambiente/cosi-le-tecnologie-cinesi-per-lenergia-pulita-salveranno-il-mondo-1-co2-in-un-solo-anno/

[9] www.milanofinanza.it/mfnewswires/cina-contribuisce-per-oltre-40-brevetti-mondiali-in-settore-nuove-energie-xinhua-202508261044051359

[10] www.rsi.ch/info/mondo/Solare-ed-eolico-tre-quarti-dei-progetti-mondiali-si-trovano-in-Cina--2968766.html

Giuseppe Poderati

Giuseppe Poderati è professore di Lingua e Cultura Italiana presso la Hubei University of Economics in Cina con focus su eco-linguismo. Laureato con lode in Giurisprudenza presso l’Università LUMSA, ha arricchito il suo percorso formativo partecipando a un programma di scambio internazionale presso la SUNY - State University of New York e il Center for Italian Studies. Giuseppe ha proseguito gli studi con corsi post-laurea in Business Internazionale, Politiche Pubbliche nell’Euro-Mediterraneo, ASEAN e Diritto Internazionale e Comparato, frequentando prestigiose istituzioni come il Graduate Institute di Ginevra e la National University of Singapore. Durante la sua carriera accademica, è stato visiting scholar presso il Max Planck Institute e l’Università di Palermo. Autore di numerosi articoli scientifici, Giuseppe ha completato un dottorato di ricerca in Diritto Ambientale presso la Wuhan University, consolidando il suo profilo di studioso internazionale e collaborando con altre università e organizzazioni.