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Rinnovabili, al via la consultazione sugli “incentivi” FerZ: c’è anche la geotermia

C’è tempo fino al 19 dicembre per esprimersi sulla bozza di decreto pubblicata dal ministero dell’Ambiente
 |  Nuove energie

Il ministero dell’Ambiente ha avviato ieri la consultazione pubblica sui nuovi “incentivi” in arrivo a sostegno della produzione di elettricità da fonti rinnovabili, grazie al cosiddetto decreto Fer Z (qui lo schema di decreto nella sua versione attuale).

Lo schema di decreto, in attuazione delle disposizioni di cui all’articolo 7-bis del decreto legislativo 8 novembre 2021 n. 199 del 2021, ha la finalità di promuovere gli investimenti in capacità di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, attraverso la definizione di un meccanismo di supporto che garantisca la disponibilità, nei diversi periodi futuri, di predefinite quantità di energia da fonte rinnovabile in coerenza con gli obiettivi di decarbonizzazione, la disponibilità attesa di risorse di flessibilità e la sicurezza del sistema elettrico al minore costo per il consumatore finale.

Tutti i soggetti interessati sono invitati a rispondere entro il 19 dicembre 2025 ore 12:00 inviando le proprie osservazioni all’indirizzo di posta elettronica Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. utilizzando il Modulo di adesione alla consultazione e indicando come oggetto alla mail “Consultazione DM FERZ”. 

In totale, lo schema di decreto permette di incentivare fino a 5 GW di nuovi impianti rinnovabili, ricadenti nelle seguenti categorie:

a) impianti solari fotovoltaici anche floating off-shore e su acque interne;

b) impianti eolici anche off-shore;

c) impianti idroelettrici;

d) impianti di trattamento di gas residuati dai processi di depurazione;

e) gli impianti alimentati da biogas e biomasse;

f) impianti solari termodinamici;

g) impianti geotermoelettrici;

h) impianti alimentati da energia mareomotrice, del moto ondoso e altre forme di energia marina

Gli “incentivi” previsti saranno erogati usando il meccanismo del contratto per differenze a due vie (Cfd) – con procedure competitive da espletarsi entro il 31 dicembre 2029 –, anche se incentivo non è la parola più adatta perché in realtà il Cfd è uno strumento per stabilizzare nel tempo il prezzo a cui viene venduta l’elettricità. Se il prezzo spot sul mercato all’ingrosso (Pun) è più basso di quello aggiudicato in fase d’asta tramite Cfd – che si muove nell’intorno di uno strike price definito dallo Stato –, la differenza la pagano i consumatori in bolletta per assicurare la redditività dell’investimento. Se invece il Pun è più alto del prezzo emerso per i vari impianti in fase d’asta (come sta accadendo, visto che è trainato verso l’alto dal gas fossile) il Cfd di fatto alleggerisce la bolletta, perché in questo caso è il produttore a colmare la differenza, in quanto sta incassando dal mercato più di quanto stabilito. Man mano che le rinnovabili contribuiranno a far calare il Pun, il costo dell’incentivo Cfd tenderà dunque a crescere, ma si abbasserà al contempo il costo della componente energia in bolletta con beneficio netto. Nel merito, basti osservare che dagli attuali incentivi Fer X si stima un alleggerimento e non un aggravio di costi in bolletta, visto l’alto livello del Pun trainato dai combustibili fossili.

Il FerZ introduce però per i Cfd un'importante novità, ovvero i "Contratti standard per la decarbonizzazione". Ovvero, i Cfd stipulati dal Gse e gli operatori selezionati (tramite le consuete aste) non sono legati a specifici impianti ma a un tot di elettricità rinnovabile da fornire in rete, lasciando ai vari operatori libertà sulle modalità di produzione della stessa.

Per quanto riguarda in particolare la geotermia, il Fer Z porterà in dote nuovi “incentivi”, ma occorre sottolineare che quelli già oggi previsti dal precedente decreto Fer 2 non sono ancora avviati: l’attuazione degli incentivi previsti dal decreto Fer2 e l’avvio delle aste, annunciate durante l’Italian geothermal forum di marzo 2025, non sono ancora partite, mantenendo bloccati progetti e investimenti che potrebbero generare benefici economici positivi sia a livello nazionale che locale.

Eppure, come riportato in un recente position paper di The European House Ambrosetti (Teha), ogni euro investito in geotermia attiva altri 2 euro nel resto dell’economia, per un moltiplicatore economico che è il più alto tra le fonti rinnovabili: ogni GW installato genera un valore aggiunto complessivo a livello di sistema-Paese pari a 8 miliardi di euro. Anche dal punto di vista sociale, il settore della geotermia gioca un ruolo chiave, generando circa 6.131 nuovi occupati (diretti, indiretti e indotti) per ogni GW installato, e risultando la tecnologia green a maggiore intensità occupazionale.

Redazione Greenreport

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