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Cer fondamentali per transizione ecologica enti religiosi: obiettivo 30 milioni annui per circa 400 realtà

A Roma il convegno nazionale sulle Comunità energetiche rinnovabili nel mondo religioso, organizzato da Rs Cer: «Strumento prezioso contro la povertà energetica». Lanciata l’iniziativa “Adotta una Cer”: le aziende, aderendo, consentiranno di distribuire circa 60mila euro all’anno di incentivi per parrocchie, associazioni e comunità
 |  Nuove energie

Le Comunità energetiche rinnovabili (Cer) sono uno strumento fondamentale per coinvolgere gli enti religiosi nella transizione ecologica e assicurare loro benefici sociali, ambientali ed economici, essenziali per garantire loro una serie di servizi, di vitale importanza per la comunità parrocchiale. La questione è stata al centro del convegno tenutosi a Roma presso il Palazzo della Cancelleria, e organizzato da Rs Cer-Rete Sicomoro comunità energetica rinnovabile, alla presenza delle istituzioni politiche ed ecclesiastiche, del Gse, del partner Enel e del mondo delle imprese.

«Con le Cer vogliamo contribuire concretamente a ridurre la povertà energetica e la dipendenza dall’estero, producendo e consumando energia pulita», spiega Salvatore Di Palo, presidente di Rs Cer la rete di comunità energetiche, fondata da Rete Sicomoro, per coinvolgere gli enti ecclesiastici e religiosi e le organizzazioni no-profit nella costituzione di una comunità energetica rinnovabile. «Il modello delle Cer consente a chi consuma l’energia di ottenere un incentivo, pari al 45%: ogni megawatt di potenza installata genera una ricaduta economica sul territorio di circa 60mila euro all’anno, per venti anni», sottolinea Di Paolo. «Per diocesi di piccole dimensioni, parrocchie di zone periferiche o realtà con risorse limitate, poter contare su queste cifre significa avere la possibilità di realizzare interventi importanti come offrire borse di studio, far praticare sport ai figli delle famiglie che non ne avrebbero la possibilità, o ristrutturare gli edifici parrocchiali».

L’iniziativa è servita anche per lanciare ‘Adotta una CER’: una o più aziende energivore, condividendo virtualmente tutta l’energia prodotta da un impianto fotovoltaico da 1 MW, possono scegliere all’interno dei Comuni interessati un ente, un’associazione, una diocesi, una congregazione a cui destinare l’intera tariffa eccedentaria pari a circa 60mila euro annui. «In questo modo riusciamo a mettere in relazione due mondi, come quello delle imprese e quello religioso. Le aziende senza alcun costo possono fare politiche di sostegno al territorio, attivando forme concrete di welfare sociali. La nostra richiesta alla politica, presente con i propri delegati al convegno, è quella di aiutarci a far capire l’importanza di queste comunità energetiche», spiega sempre Di Palo.

«Oggi non presentiamo solo un progetto ma apriamo un cammino» evidenzia Enrico Albertini, direttore di Rs Cer. «Con Rete Sicomoro ogni giorno diamo ascolto ai bisogni sociali, sanitari, di fede e culturali. Per questo, vogliamo aiutare le organizzazioni religiosi ed ecclesiastiche nel cammino della sostenibilità e per farlo abbiamo scelto partner solidi e credibili e investitori attenti. Una comunità energetica è un seme che può generare un futuro sostenibile e capace di rispondere alle esigenze della nostra comunità, perché il futuro non si aspetta ma si costruisce».

Monsignor Emilio Nappa, segretario generale del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, spiega: «La finanza che non diviene economia genera diseguaglianze, marginalità, povertà. Questa è in breve l’osservazione da cui scaturisce la riflessione dei Pontefici, Franceso nella Laudato si’, prima, rilanciata con maggior forza se possibile da Leone XIV; che sottolinea con forza un bisogno planetario di salvezza che passa inevitabilmente dalla fratellanza e dalla pace ecologica e sociale». Come Gesù che guarda Zaccheo salito sul sicomoro rimettendolo così al centro e sottraendolo dalla marginalità in cui si è confinato anche «oggi abbiamo bisogno di tutto quanto sottragga dalla marginalità e crei condivisione, umanità e quindi comunità. Il mondo delle energie è uno di quelli da cui tutti dipendiamo; è anche uno di quelli che crea più disuguaglianze e sfruttamento delle risorse. Sono a questo convegno per testimoniare il bisogno che abbiamo di avere una finanza che sia umana e giusta; quindi, economica (economia è da oikos, casa; e nomos, legge: la legge della casa: in casa si vive insieme sotto le stesse esigenze e condividendo); perché abbia una visione e una prospettiva per i giovani all’interno di valori condivisi che creano benessere d’insieme e sottraggano dall’isolamento in cui sempre più spesso li vediamo confinati e tristi».

Redazione Greenreport

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