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Emergenza casa, l’Ance propone un piano da 15 miliardi che tenga anche conto della crisi climatica

La presidente Brancaccio illustra anche le «ipotesi di reperimento delle risorse» individuate dall’Associazione. A ottobre a Roma una conferenza dal titolo “Città nel futuro 2030-2050” diretta da Rutelli
 |  Territorio e smart city

Punto primo: «È fondamentale, per il Paese, che le inchieste di Milano non producano come effetto quello di bloccare tutto». Ma, soprattutto, punto secondo: l’emergenza casa, in Italia, non può più attendere, considerati i prezzi insostenibili, un quadro regolatorio con troppi anni sulle spalle (la legge sull’urbanistica tuttora vigente è del 1942) e il cambiamento climatico che produce effetti che non si può far finta di non vedere. Tutto ciò rende ineludibile agire perché la «città del futuro» sia inclusiva, accessibile e metta in campo l'ascensore sociale dal quale «passa lo sviluppo del Paese». Sono questi i principali messaggi lanciati dalla presidente dell'Associazione nazionale dei costruttori edili (Ance), Federica Brancaccio, in occasione della presentazione della conferenza 'Città nel futuro 2030-2050'.

Un primo incontro dedicato all’iniziativa promossa dall'Ance, con la direzione di Francesco Rutelli, in programma dal 7 al 9 ottobre al Maxxi a Roma c’era stato ad aprile.

Ora, alla vigilia di una pausa estiva che interesserà ampi settori del mondo produttivo e anche legislativo e di governo, l'Ance presenta una serie di proposte e suggerisce gli strumenti per reperire le risorse per un Piano nazionale pluriennale da 15 miliardi di euro potenziali, attingendo da varie voci di fondi pubblici, nazionali e comunitari.

«La città deve essere fucina di crescita e avere la funzione di ascensore sociale», sottolinea Brancaccio, sollecitando un partenariato tra pubblico e privato, «uno sforzo corale» per una città inclusiva che contempli «consumo del suolo 'zero'; città per giovani anziani e anziani e città che sia capace di adattarsi climaticamente». Da qui le «ipotesi di reperimento delle risorse», aggiunge, per superare il paradosso che «dove c'è lavoro oggi non ci sono case e dove ci sono case non c'è lavoro», scandisce la presidente Ance.

«Bisogna prendere di petto la priorità 'housing'», sottolinea Francesco Rutelli, in qualità di direttore della conferenza autunnale 'Città del Futuro', rilevando che «oggi non c'è governo in giro per l'Europa che non stia soffrendo per questo». E in questa cornice «il tema dell'adattamento è imprescindibile. Davanti all'estrema siccità e dall'altro lato le forti precipitazioni bisogna mettere in campo le misure più opportune», afferma l'ex sindaco della Capitale. E ancora, osserva Rutelli, «questa trasformazione è un bisogno/opportunità».

Per un Piano casa pluriennale si potrebbero reperire 15 miliardi di risorse potenzialmente attivabili a valere sulle misure per l'emergenza casa previste a livello nazionale ed europeo, propone l'Ance. Dati alla mano, 1,5 miliardi per la casa verrebbero dalla riprogrammazione del Pnrr; 2,5 miliardi dalla riprogrammazione dei fondi strutturali 2021-27; 6 miliardi dal nuovo Bilancio Ue 2028-2034; 3 miliardi dal Fondo sociale per il Clima ed altri 2 miliardi dal Fondo investimenti e sviluppo infrastrutturale 2027-2033.

Bisogna agire, e in fretta, perché le cifre snocciolate dall'Ance delineano un quadro drammatico: spopolamento e urbanificazione provocano forti differenze territoriali con la popolazione al 2040 in rialzo al Nord, lieve calo al Centro e forte calo al Sud, ben 2 milioni in meno come se due città delle dimensioni di Catania e Siracusa sparissero. Intanto i prezzi sono alle stelle: tra il 2015 e il 2023 nell'Ue sono aumentati del 48%, gli affitti +18% tra il 2010 e il 2022. In Italia, secondo i dati Federcasa, circa 1,5 mln di famiglie vive in situazione di disagio abitativo. Per le 10 milioni di famiglie con un reddito fino a 24mila euro acquistare o affittare la casa è insostenibile nelle grandi città, denuncia l'Ance: per pagare il mutuo si arriva a spendere la metà del reddito, per i meno abbienti anche oltre 2/3. Lo stesso vale per l'affitto. Pesa poi la carenza di alloggi pubblici: nel nostro paese solo il 3,8% delle famiglie vive in abitazioni di edilizia sociale pubblica. Inoltre quasi il 9% degli alloggi pubblici è sfitto. Pochi i posti letto per studenti fuori sede: circa 62.000 unità, di cui circa 40.000 unità in strutture pubbliche o convenzionate, ossia meno dell'8% dei fuori sede, un livello ben più basso di Francia (23%), Germania (14%) e Spagna (11%).

Redazione Greenreport

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