Segni di ripopolamento dalle montagne dell’Appennino toscano, tra Parchi e Green community
Il saldo migratorio in Toscana, nelle zone montane appenniniche, mostra il segno più (3,7%) tra 2019 e 2023: mentre si continua "a morire di più e a nascere di meno" in tutti i territori italiani, non solo montani, il saldo migratorio - chi si sposta nelle zone montane da aree urbane - è positivo.
È quanto emerge nel Rapporto Montagne Italia, presentato a Fivizzano dall’Uncem con analisi di alto profilo, per ribadire che abbiamo urgenza di una nuova rappresentazione della montagna.
«La Toscana va verso le elezioni. E allora tutti e tutte le candidate usino i dati del Rapporto. Smettano di parlare genericamente di spopolamento e di aree interne o di borghi. Vadano a fondo nelle analisi e nelle proposte. Sui servizi ecosistemici-ambientali ad esempio, sul rafforzamento della capacità amministrativa, come mostra il Progetto ITALIAE», commenta Marco Bussone, Presidente nazionale Uncem.
La qualità della vita attira più del paesaggio, ma la prima dipende (anche) dal secondo. I parchi insieme di questi territori, partendo dalle Cinque Terre, già lavorano a un Parco europeo; nel frattempo Lunigiana e Garfagnana sono Green community, l'unica sola e vera strategia di sviluppo territoriale nazionale (da non confondere con le comunità energetiche) che unisce, affrontando, crisi climatica a crisi demografica (spopolamento è parola da archiviare, sia nelle Alpi sia negli Appennini) e risponde a queste urgenze con la partecipazione delle comunità.
«Non mancano le sfide, verso i nuovi abitanti e quelli di sempre, come su scuole, assistenza, trasporti, sanità. Ma dobbiamo uscire dalla retorica del rancore e aprire nuova mobilitazione, nuove azioni di sviluppo integrate – conclude Bussone – Il Rapporto ne descrive molteplici. La legge montagna approvata in Parlamento la scorsa settimana ha urgenza di una dotazione di almeno 500milioni di euro l'anno. A investire devono essere anche ANAS, Trenitalia, RFI, con una azione politica centrale e regionale che spinga questi colossi a cambiare approccio verso le aree montane. Investano, agiscano per dare loro per primi diritti di cittadinanza. Non siano passivi»