Dopo settimane di dubbi, qualche ipotesi assai probabile e poi un rinvio a sorpresa, il governo ha comunicato che il giorno 22 ottobre (ore 12) si potrà chiedere il bonus rottamazione per acquistare un’auto elettrica. Lo ha fatto il ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica con una nota in cui si spiega che «la misura è prevista dal Pnrr» e che «l’intervento, finanziato con risorse europee, complementare all'investimento per l'installazione delle infrastrutture di ricarica elettrica, mira a favorire la transizione verso una mobilità a zero emissioni, sostenendo cittadini e microimprese che scelgono di sostituire veicoli inquinanti con mezzi elettrici di nuova generazione».
I 597 milioni destinati al bonus rottamazione erano stati infatti inizialmente destinati dal governo all’installazione di nuove colonnine di ricarica, ma il bando messo a punto dal Mase non aveva riscosso gran successo, per usare un eufemismo. Da qui la decisione, prima dell’estate, di dirottare i fondi sul bonus.
Per accedervi, bisogna possedere precisi requisiti, come essere residenti in un’area urbana funzionale, avere un Isee non superiore a 40 mila euro, rottamare un veicolo a motore termico (da Euro 0 a Euro 5, a seconda dell’Isee) intestato da almeno 6 mesi, e acquistare un veicolo nuovo elettrico.
Per garantire una compilazione delle domande da parte dei cittadini corretta e uniforme, il Mase ha predisposto dei video tutorial dedicati, «distinti per tipologia di beneficiario, con istruzioni puntuali sulle modalità di accesso alla piattaforma e sulla procedura operativa da seguire». C’è dunque un tutorial per le persone fisiche e un tutorial per le microimprese interessate ad acquistare un veicolo elettrico usufruendo del bonus rottamazione.
Inoltre, spiegano sempre dal Mase, per le microimprese sarà disponibile un link di consultazione diretta del Registro nazionale degli aiuti di Stato (Rna), «che consentirà di verificare in tempo reale il plafond residuo ai fini dell’applicazione del regime ''de minimis'', nel pieno rispetto dei massimali previsti dalla normativa europea».
