
Oltre dieci milioni solo per le urgenze nel Mugello dove i sindaci dopo le alluvioni temono l’isolamento

La visita della Commissione Aree interne del Consiglio Regionale nelle zone colpite dalle recenti alluvioni nel Mugello è stata l’occasione per un incontro con i sindaci e per una prima stima dei danni, anche se solo relativi alla somma urgenza.
Prima tappa l’incontro con il sindaco di Palazzuolo per la vicenda relativa alla discarica emersa proprio in occasione di una frana.
Qui i primi interventi per la messa in sicurezza sul fiume Rovigo sono partiti per disposizione del Comune mentre le attività di recupero dei rifiuti sono state affidate al Consorzio di Bonifica e non si preannunciano né facili né brevi. “La visita della Commissione, ha detto in sindaco Marco Bottino, è stata l’occasione per portare sotto i riflettori una situazione ambientale complessa e delicata, che necessita di interventi urgenti e mirati”. E il presidente della Commissione Marco Niccolai ha ricordato come “la recente legge sulla Toscana diffusa mette a disposizione risorse ulteriori per mettere in sicurezza le aree periferiche e le situazioni più fragili come quella che abbiamo riscontrato durante la nostra visita nel Mugello. Questi territori non devono essere lasciati soli e dobbiamo programmare interventi ulteriori e di più largo respiro.”
Ma è proprio questo il timore dei sindaci mugellani che si trovano a fare i conti con spese per la somma urgenza largamente superiori alle disponibilità di bilancio. Ignesti, sindaco di Scarperia e San Piero parla di almeno cinque milioni di euro con 40 frane, 20 interventi sulle aree fluviali, 11 strade interrotte, 100 abitanti coinvolti dall’alluvione e 35 aziende colpite. Cento le frane che hanno interessato il Comune di Marradi che lamenta danni per almeno tre milioni di euro. È infine il sindaco di Vicchio Tagliaferri a mettere l’accento sul vero rischio, ““Si deve rendere possibile la vita in questi territori e sono necessari risorse ulteriori per le aree interne per mettere in sicurezza le nostre zone. La carenza di infrastrutture provoca ulteriori disagi alla popolazione e non si può continuare a lasciare intere zone isolate. Se non abbiamo le risorse necessarie siamo tagliati fuori dalla civiltà.”
In questo contesto si registra ancora l’interruzione sulla Via Bolognese per una frana e quella della linea ferroviaria da Borgo San Lorenzo a Marradi.
