
Rinnovabili, la geotermia toscana spicca tra le buone pratiche premiate da Legambiente

In attesa che si dipanino sul territorio gli investimenti previsti – pari a 3 miliardi di euro, che arrivano a 7,4 mld contando anche costi d’esercizio e manutenzione ordinaria – a valle del rinnovo ventennale delle concessioni minerarie, il presente della geotermia toscana continua a rappresentare un punto di riferimento per la transizione energetica nazionale, tanto da rendersi protagonista del XX rapporto “Comuni rinnovabili” presentato stamani a Roma da Legambiente.
«La storia della geotermia in Toscana è strettamente legata a quella di Enel green power, che – snocciola Legambiente nel suo report – gestisce uno storico e innovativo complesso di 34 centrali con 37 gruppi di produzione, tra le province di Pisa, Siena e Grosseto. Queste centrali, che utilizzano e coltivano il calore del sottosuolo per generare energia rinnovabile e pulita, insieme rappresentano il 70% dell’energia rinnovabile della regione, hanno una potenza installata cumulativa di 916 MW (corrispondente a quasi 6.000 GWh di produzione lorda) che contribuisce a soddisfare circa il 34% del fabbisogno elettrico regionale. In termini di ricadute tangibili per il territorio, la geotermia toscana fornisce calore a circa 13 mila utenti, serre e aziende agricole, oltre ad alimentare un’importante filiera di turismo nelle aree geotermiche con poli museali, impianti e manifestazioni naturali».
Ma il focus di quest’edizione del report è incentrato sul fronte della cattura e riutilizzo della CO2 geotermica in uscita dalle centrali Egp. Sappiamo che geotermia è una fonte rinnovabile a zero emissioni di CO2, dato che quelle provenienti dalle centrali sostituiscono il degassamento naturale dei suoli, come dimostrato dal progetto di ricerca Deep carbon, ma evitare che anche parte della CO2 naturale venga dispersa in atmosfera migliora ulteriormente la sostenibilità della fonte. Ad illustrare la progettualità – e più in generale, le numerose ricadute di sostenibilità della geotermia toscana – alla giornata di presentazione del rapporto legambientino è intervenuto Giampaolo Vecchieschi, responsabile permitting geotermia Egp.
«In questo cuore caldo della Toscana – continua Legambiente – nel 2023 è stato siglato un accordo tra Enel green power Italia e Nippon Gases operations per la realizzazione di un nuovo impianto di purificazione e liquefazione della CO2, naturalmente presente nei fluidi geotermici delle centrali di Piancastagnaio in provincia di Siena, ai fini del suo riutilizzo nei settori alimentari e farmaceutici. La quantità di CO2, riutilizzata da questo progetto di economia circolare, soddisferà circa il 30% della domanda di anidride carbonica “pura” a livello nazionale».
Un progetto adesso in fase di realizzazione, che si affianca all’incremento di potenza installata previsto a Piancastagnaio nei prossimi anni, con la realizzazione della centrale Pc6 da 20 MW.
