Pianosa, il Bagno di Agrippa torna a nuova vita: conclusi i restauri, via alle visite guidate
Dopo un importante intervento di restauro e valorizzazione, il sito archeologico del Bagno di Agrippa sull’Isola di Pianosa riapre finalmente al pubblico. A partire da lunedì 9 giugno sarà possibile visitare quest’area unica del patrimonio storico e ambientale del Parco Nazionale Arcipelago Toscano, accompagnati dalle guide autorizzate del Parco, in un percorso che coniuga tutela, ricerca e fruizione sostenibile.
L’intervento, curato dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Pisa e Livorno, si inserisce in un accordo quinquennale di collaborazione con il Pnat per la valorizzazione dei siti archeologici statali presenti sull’isola. I lavori sono stati finanziati attraverso il Piano Strategico “Grandi progetti beni culturali”, con un investimento di 1,3 milioni di euro, e hanno riguardato il recupero di una delle testimonianze più significative della presenza romana a Pianosa.
Il Bagno di Agrippa è identificato con la villa marittima di Agrippa Postumo, nipote e figlio adottivo di Augusto, che vi fu confinato tra il 7 e il 14 d.C. L’intervento ha comportato la rimozione di una vecchia tensostruttura risalente agli anni ’80, il restauro delle strutture murarie e pavimentali, in particolare quelle del porticato del teatro, e nuovi scavi nella parte sud dell’area, che hanno riportato alla luce una raffinata pavimentazione in cocciopesto decorata con inserti marmorei. È stato inoltre progettato un nuovo percorso di visita che consente una visione ravvicinata ma rispettosa delle esigenze conservative, valorizzando il contesto architettonico e paesaggistico.
Ma il lavoro della Soprintendenza non si è limitato al solo Bagno di Agrippa. L’intera isola è stata oggetto di un programma di studio e conservazione che ha interessato altri siti di rilievo, dove sono emerse tracce di cave romane, strutture produttive, tombe e impianti idrici, contribuendo ad arricchire la lettura storica di Pianosa come luogo di insediamenti complessi e articolati in epoca imperiale.
Le visite ai principali siti, tra cui il Bagno di Agrippa e il cosiddetto Pozzo della Piccola Cava, saranno possibili solo con accompagnamento di guide specializzate e prenotazione obbligatoria attraverso il servizio InfoPark. Alcune aree sono già accessibili, come la fattoria romana presso la Diramazione Agrippa, mentre altre, come la zona del Belvedere, saranno aperte in autunno.
Il ruolo del Parco Nazionale in questo progetto è stato centrale: oltre a finanziare parte degli interventi, ha curato la formazione delle guide in collaborazione con enti universitari e di ricerca, garantendo la qualità dell’esperienza di visita e la protezione dei beni archeologici. L’attività si inserisce in una più ampia strategia di valorizzazione del patrimonio culturale e naturale di Pianosa, che negli anni si è rivelata uno dei modelli più efficaci di gestione integrata tra ambiente, cultura e fruizione pubblica.
«L’apertura al pubblico del Bagno di Agrippa – ha dichiarato il presidente del Parco, Giampiero Sammuri – rappresenta un momento fondamentale per la valorizzazione culturale di Pianosa e per il nostro Parco. Questo risultato è frutto di un impegno costante che unisce tutela, ricerca e fruizione sostenibile, in un’ottica coerente con la missione delle Aree Protette. Desidero ringraziare la Soprintendenza per l’altissima professionalità e competenza tecnica con cui ha gestito l’intero intervento: una collaborazione virtuosa che dimostra come istituzioni diverse possano operare insieme per il bene del patrimonio culturale e naturale».
La rinascita del Bagno di Agrippa si inserisce così nel percorso di restituzione al pubblico dell’isola di Pianosa, esempio concreto di come archeologia, natura e turismo sostenibile possano convivere in un equilibrio virtuoso.