
In Revet è arrivata la Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti

La Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti ha visitato stamani l’impianto pontederese di Revet, la partecipata pubblica (con Alia Multiutility come socio di maggioranza) che rappresenta l’hub del riciclo più importante dell’Italia centro meridionale: serve circa 200 Comuni e oltre l’80% della popolazione toscana, e già oggi è in grado di portare a nuova vita la frazione delle plastiche più difficile da riciclare meccanicamente, ovvero da quegli imballaggi misti e flessibili, spesso compostiti, chiamati plasmix (in altre parole, il 70% circa degli imballaggi plastici di cui si compone la raccolta differenziata toscana).
A fare gli onori di casa sono stati il presidente Nicola Ciolini e l’amministratrice delegata Alessia Scappini, che hanno accompagnato i parlamentari all’interno dell’impianto di selezione degli imballaggi leggeri, in quello di riciclo e produzione del granulo, e nell’impianto di produzione del proler d’acciaio.
«Ha visitato il nostro impianto di Pontedera – spiegano dalla società toscana – per conoscere da vicino l’eccellenza toscana nel riciclo degli imballaggi leggeri e in vetro: 68,4% di effettivo riciclo per gli imballaggi leggeri (già oltre l’obiettivo Ue del 65% previsto per il 2035) e 96,5% di riciclo per il vetro, con una filiera corta, locale e sostenibile».
Revet gioca infatti un ruolo da pivot anche nell’economia circolare del vetro, che è sbocciata grazie a un lavoro di squadra che ha portato a costruire nuove simbiosi industriali tra una delle più grandi vetrerie italiane – lo stabilimento Zignago di Empoli, dove avviene l’effettivo riciclo –, l’azienda di preparazione al riciclo e di produzione del rottame Paf (pronto al forno) Vetro Revet, e l’azienda che in Toscana gestisce oltre 23mila contenitori sparsi in tutta la regione (ovvero Revet, appunto).
Si tratta di un’economia circolare a km zero con importanti vantaggi ambientali, dato che – nel complesso della filiera del vetro –, si parla per la Toscana di una riduzione del 26% delle emissioni di CO2 equivalenti rispetto al dato di letteratura di una filiera di riciclo tradizionale.
Lo stesso vale per le plastiche conferite nel multimateriale: le plastiche riciclate da Revet comportano emissioni di CO2 ridotte del 75% rispetto a quelle legate alla produzione di plastica vergine, mentre a confronto con altri polimeri riciclati siamo attorno a -50%, grazie al modello integrato presente in Toscana per la raccolta e il riciclo di questi materiali.
Ad accompagnare la conclusione della visita parlamentare è stato infine Francesco Tiezzi, direttore area Impianti di Alia, che ha illustrato il progetto del Textile hub: a partire dalla fine del 2026, questo impianto – in costruzione nella provincia di Prato – permetterà di riciclare gli scarti tessili di gran parte della Toscana, con una capacità produttiva autorizzata di 40.000 tonnellate l’anno. Sarà il primo impianto di questo tipo in Italia
