
Legambiente e Autorità di bacino insieme per ripulire i fiumi toscani dai rifiuti

Sabato scorso oltre 100 volontarie e volontari di Legambiente in Toscana si sono dati appuntamento per raccogliere rifiuti lungo due corsi d’acqua, anziché andare a fare un bagno rinfrescante in mare: insieme all’assessora regionale all’Ambiente, Monia Monni, hanno pescato dai fiumi Rovigo e Santerno ben 100 quintali di rifiuti (per il 95%) plastici contenuti in 225 sacchi. Ma non si tratta “solo” di un impegno estemporaneo.
È ormai un anno che il Cigno verde toscano collabora con l’Autorità di bacino dell'Appennino settentrionale, attraverso l’apposito protocollo “Alleanza per il fiume”, che oggi si rinnova fino al termine del 2026 per portare avanti questo prezioso lavoro per la salvaguardia degli ecosistemi fluviali.
«Siamo soddisfatti e onorati del rinnovato percorso di collaborazione con l’Autorità di Distretto – dichiarano Fausto Ferruzza e Federico Gasperini, rispettivamente presidente e direttore di Legambiente Toscana – anche perché solo con un monitoraggio continuo e capillare dello stato di salute dei nostri ecosistemi fluviali riusciamo davvero a incidere sulla prevenzione e la riduzione dell’inquinamento marino, soprattutto da materie plastiche. Inoltre, questo progetto ha il merito di coniugare impegno civile e citizen science, in un momento cruciale per la messa in opera della conversione ecologica dei nostri stili di vita».
Durante questo primo anno di lavoro – la firma del protocollo risale al giugno 2024 – sono stati recuperati 3.471 rifiuti in occasione di sette monitoraggi che hanno interessato i fiumi Mugnone-Terzolle, Sieve, Greve, Versilia, Bisenzio, Era e Ambra. Elevatissime le percentuali di polimeri artificiali rilevate: una media del 70% a sito, con picchi oltre l’80% per Bisenzio ed Era.
Una parte rilevante di questi rifiuti è stata censita durante le giornate di monitoraggio e raccolta organizzate da Legambiente con l'Autorità di Bacino, attraverso il sistema di ricerca denominato "river litter", che ha permesso di catalogare i rifiuti in termini di quantità e tipologia prima che abbiano effetto dannoso sugli ecosistemi marini.
Il progetto, sostenuto dai fondi della legge “Salva Mare”, ha permesso di monitorare qualità e quantità dei rifiuti presenti sulle sponde dei fiumi e di far conoscere buone pratiche nelle scuole, per educare al rispetto degli ecosistemi fluviali, che trasportano al mare tutto quello che ricevono direttamente o dai suoi affluenti.
Grazie al protocollo si rafforzano adesso anche le attività di collaborazione nelle scuole fiorentine. Al centro del progetto c’è la volontà di sensibilizzare le nuove generazioni sull’importanza della tutela degli ecosistemi fluviali, promuovendo comportamenti più consapevoli e rispettosi dell’ambiente.
«Non posso che esprimere soddisfazione per l'impegno comune manifestato – chiosa Gaia Checcucci, segretaria generale dell'Autorità di bacino – Ringrazio Legambiente Toscana per l'attività capillare che ha svolto al nostro fianco e che continuerà a svolgere fino alla fine dei tre anni di sperimentazione. Mi auguro che questa Alleanza, che con il nuovo protocollo si rafforza e si arricchisce di contenuti, possa proseguire anche in futuro ed essere di esempio a comunità ed istituzioni nazionali e locali. Del resto, l'accumulo di rifiuti negli ambienti naturali, e in particolare della plastica nei corsi d'acqua, rappresenta da sempre una grave minaccia per gli ecosistemi e la salute, problema noto al quale tutti noi cerchiamo di dare una prima risposta concreta e visibile attraverso iniziative come questa, che si inquadrano nella cornice della "Salva Mare. A fine sperimentazione l’Autorità di bacino organizzerà, con il supporto tecnico-scientifico di Legambiente Toscana, un momento di confronto aperto, con tutti gli attori delle alleanze sottoscritte in questi tre anni, al fine di monitorare e valutare i risultati raggiunti nel triennio e portarli all’attenzione del ministero dell’Ambiente, affinché la legge Salva Mare possa essere rifinanziata nei prossimi anni per impostare nuove azioni di tutela dei nostri fiumi».
