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Piombino, Legambiente propone una «regia pubblica» per bonifiche, riciclo e acciaieria

Governare i flussi di materia permetterebbe di tenere insieme il risanamento ambientale dell’area industriale e mettere in relazione interessi pubblici e privati
 |  Toscana

Dopo una lunga attesa, la scorsa settimana – appena dopo il seminario Piombino 2030, organizzato da Legambiente – è stato firmato a Roma l’accordo di programma tra l’ucraina Metinvest e Danieli per la costituzione e la gestione congiunta della società di progetto Metinvest Adria spa, finalizzata alla realizzazione di un nuovo impianto siderurgico nell’area presentato come “green”, sebbene le relative caratteristiche progettuali siano ancora oscure.

Si prospettano investimenti da 2,5 miliardi di euro e una capacità produttiva annuale di 2,7 milioni di tonnellate, impiegando la tecnologia del forno ad arco elettrico con in ingresso rottami, ghisa e ferro ridotto direttamente, che dovrebbero essere reperiti dalle attività ucraine di Metinvest. Di buono, sotto il profilo della sostenibilità sociale, c’è l'Accordo quadro che sancisce le condizioni per il passaggio della forza lavoro tra Jsw steel Italy Piombino e Metinvest Adria, assicurando tutele occupazionali e continuità lavorativa ai dipendenti coinvolti.

Il forno elettrico rappresenta una tecnologia certamente più sostenibile rispetto all’altoforno spento nell’ex Lucchini di Piombino ormai 11 anni fa, dato che in quest’assetto l’acciaieria diverrebbe un vero e proprio impianto di riciclo, ma senza impianti a valle in grado di gestire i relativi rifiuti in uscita: basti osservare che produrre 1 tonnellata d’acciaio da forno elettrico genera, nel migliore dei casi, 0,15 ton di rifiuti speciali in uscita, il che significa produrre circa 3 mln t/a di acciaio genererà a Piombino almeno 450mila t/a di rifiuti da gestire. Come e dove non è chiaro, anche perché il pregresso è tutt’altro che risanato.

A Piombino resta da bonificare un Sito d’interesse nazionale (Sin) istituito nel 1998 e perimetrato nel 2000, per il quale i dati più aggiornati del ministero dell’Ambiente informano sullo stato dell’arte: su 931 ettari di Sin i terreni bonificati ammontano a 61 ettari mentre 395 ettari sono di aree dichiarate “non contaminate”, e sulla falda i dati sono ancora peggiori (rispettivamente 5 e 33 ettari).

Che fare? Legambiente Val di Cornia da una parte «esprime soddisfazione per la positiva conclusione delle trattative sindacali per il futuro lavorativo di tutti i lavoratori della siderurgia piombinese e per la firma dell’Accordo di programma delle istituzioni con Metinvest», dall’altra avverte come necessaria «una regia pubblica» che tenga insieme «il risanamento ambientale dell’area industriale, mettendo in relazione interessi pubblici e privati, governando i flussi di materia, riciclando e recuperando materiali, così da risparmiare le risorse naturali delle cave, diminuendo i costi delle infrastrutture portuali, viarie e ferroviarie».

L’ipotesi messa in campo dal Cigno verde è quella di «un’unica azienda di scopo, consortile con tutti gli attori presenti sul territorio: Metinvest Adria, Autorità di sistema portuale, Regione Toscana, Comune e eventuali altri player economici locali che gestisca le bonifiche, i rifiuti e quello che è collegato, anche oltre le aree previste per Metinvest ed attrarre così altri investitori nell’area industriale e portuale. Malgrado la nostra proposta di azienda di scopo sia stata accolta con scetticismo, rimaniamo convinti che occorrano impianti di trattamento e riciclo per l’intero territorio da bonificare, e se questi fossero sotto una regia pubblica tanto meglio». Anni fa una simile soluzione sarebbe stata percorribile dal Comune di Piombino in seno a Rimateria, oggi ipotesi non più in campo.

«Non è possibile continuare così – conclude Legambiente Val di Cornia – che quando c’è bisogno di materiali per strade, banchine portuali o piazzali, questi non sono disponibili e quando si generano, come in occasione della demolizione delle ciminiere dell’Enel non ci sono opere che le possono “assorbire” in loco. In ogni caso, è di pubblico dominio che è stato istituito un commissario straordinario per le bonifiche che è il presidente della Regione Toscana, che ha poteri di coordinamento fra le istituzioni. Come Legambiente abbiamo sempre chiesto che la gestione commissariale fosse una struttura tecnico/politica radicata nel territorio, quindi chiediamo che comunque almeno sia rafforzata questa istituzione. Una struttura commissariale che non sia solo un coordinamento fra istituzioni ma anche con le aziende e il territorio con personale, anche locale, e funzioni di indirizzo, coordinamento e monitoraggio».

Luca Aterini

Luca Aterini, toscano, nasce settimino il 1 dicembre 1988. Non ha particolari talenti ma, come Einstein, si dichiara solo appassionatamente curioso: nel suo caso non è una battuta di spirito. Nell’infanzia non disegna, ma scarabocchia su fogli bianchi un’infinità di mappe del tesoro; fonda il Club della Natura, e prosegue il suo impegno studiando Scienze per la pace. Scrive da sempre e dal 2010 per greenreport, di cui è oggi caporedattore.