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La linea L45 del termovalorizzatore di San Zeno rimarrà attiva

Si è concluso positivamente il procedimento autorizzativo. Cherici: «Drastica riduzione dei trasporti degli scarti e nuove opportunità di sviluppo per il territorio»
 |  Toscana

A San Zeno stanno per completarsi gli investimenti previsti nel piano industriale di Aisa impianti – la società partecipata per l’85% del Comune di Arezzo dedita all’economia circolare –, all’interno di un Polo impiantistico dove complessivamente operano un impianto per la selezione del rifiuto indifferenziato; un termovalorizzatore da 45mila tonnellate/anno per valorizzare energeticamente le frazioni secche non riciclabili; la linea di gestione dei rifiuti organici “Verde 70” formata da un impianto di compostaggio (68mila t/a di Forsu e sfalci) e da un nuovo biodigestore anaerobico (35mila t/a di Forsu), in grado di produrre biometano e il fertilizzante “Amelia” poi utilizzato in agricoltura biologica

La novità di questi giorni è che si è concluso il procedimento autorizzativo per il mantenimento in esercizio della linea di termovalorizzazione L45, dedicata al recupero energetico delle frazioni di rifiuti non riciclabili meccanicamente ma trasformabili in energia termica ed elettrica.

Risultato? «Drastica riduzione dei trasporti degli scarti, significativo aumento dell’efficienza energetica della centrale e nuove opportunità di sviluppo per il territorio», spiega il presidente di Aisa impianti, Giacomo Cherici, in una lettera ai dipendenti ripresa dalla stampa locale: «Otteniamo un netto miglioramento dell’equilibrio economico aziendale. Gli investimenti non ricadranno sulle bollette dei cittadini, ma anzi aprono la strada a nuovi rami d’impresa che la proprietà pubblica potrà indicare in futuro».

Come già spiegato da Cherici sulle nostre pagine, entro i primi mesi del nuovo anno è inoltre attesa la chiusura del cantiere per la nuova L75, arrivando così a una capacità complessiva per la termovalorizzazione da 120mila t/a: un impianto sicuro che permette di chiudere il cerchio dell’economia circolare aretina sul territorio, senza ricorrere al turismo dei rifiuti che – guardando alla sola frazione di derivazione urbana – comporta i viaggi di 140mila camion lungo lo Stivale per trasportare la spazzatura agli impianti in cui può essere gestita in sicurezza, con le relative conseguenze in termini d’impatto ambientale e sulla tariffa dei cittadini.

Redazione Greenreport

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