Dopo il piano industriale sull’economia circolare, San Zeno punta sull’agricoltura sostenibile
A San Zeno stanno per completarsi gli investimenti previsti nel piano industriale di Aisa impianti – la società partecipata per l’85% del Comune di Arezzo dedita all’economia circolare –, all’interno di un Polo impiantistico dove complessivamente operano un impianto per la selezione del rifiuto indifferenziato; un termovalorizzatore da 45mila tonnellate/anno per valorizzare energeticamente le frazioni secche non riciclabili; la linea di gestione dei rifiuti organici “Verde 70” formata da un impianto di compostaggio (68mila t/a di Forsu e sfalci) e da un nuovo biodigestore anaerobico (35mila t/a di Forsu), in grado di produrre biometano e il fertilizzante “Amelia” poi utilizzato in agricoltura biologica. Ne abbiamo parlato col presidente della partecipata pubblica, Giacomo Cherici (a destra nella foto, insieme al dg Marco Lasagni, ndr).
Intervista
A che punto è la realizzazione della nuova linea di termovalorizzazione da 75mila t/a, i cui lavori sono iniziati nell’estate 2024?
«Entro i primi due mesi del 2026 prevediamo di chiudere il cantiere per la nuova L75, e nel giro di breve dovremmo avere conferma definitiva anche per il mantenimento dell’attuale L45, arrivando così a una capacità complessiva per la termovalorizzazione da 120mila t/a; il biodigestore è già a regime producendo 260 Smc di metano rinnovabile ogni ora – già in circolo nella rete dei gasdotti –, così come il potenziamento dell’impianto di compostaggio. Restano da valutare insieme al gestore dei servizi d’igiene urbana (Sei Toscana, ndr) i flussi per gli sviluppi della cosiddetta “fabbrica di materia”, una piattaforma multimateriale di selezione ipotizzata per avviare a riciclo 45mila t/a di frazioni secche da raccolta differenziata (carta, vetro, plastica, lattine). Le autorizzazioni della Regione Toscana al piano industriale sono arrivate nel 2020, nel 2021 abbiamo completato il potenziamento del compostaggio, nel 2023 è stata la volta del biodigestore, nel 2024 sono stati avviati i lavori della L75. Una volta completata, avremo messo a terra investimenti da 46 milioni di euro».
I vari impianti presenti nel Polo di San Zeno lavorano in modo integrato tra loro, oltre alla sinergia tra compostaggio e biodigestione?
«Sì, anche il termovalorizzatore ha un ruolo centrale, rendendo costantemente disponibile elettricità e calore per il funzionamento dell’impianto di biodigestione: in questo modo tutto il biometano prodotto è disponibile per l’uso, efficientando al massimo il ciclo. L’impiego dei termovalorizzatori (previsti dalla gerarchia Ue di gestione rifiuti, dopo il riciclo e prima della discarica, ndr) è utile infatti solo in un’ottica integrata: si tratta di impianti funzionali al recupero di energia dagli scarti della raccolta differenziata e dal riciclo stesso, oltre che dall’indifferenziato, scarti che altrimenti dovremmo caricare su camion, passare magari attraverso un Tmb e spedire poi chissà dove».
All’inizio di quest’estate si è conclusa anche l’indagine olfattometrica promossa dal Comune di Arezzo per le maleodoranze segnalate nell’area.
«Sì e non ci sono state risultanze diverse da quelle che sapevamo dagli studi già effettuati sul campo, anche da parte di Arpat. Per quanto riguarda il Polo di San Zeno i problemi sono stati circoscritti essenzialmente all’estate 2023, per dei disagi temporanei legati al cantiere del biodigestore, allora non ancora completato. Abbiamo potenziato i biofiltri, completato il biodigestore e affrontato la problematica che – è bene ricordarlo – si sarebbe aggravata senza i nuovi impianti, non ridotta».
In cantiere ci sono già nuovi progetti per il futuro?
«Insieme al direttore generale di Aisa impianti, Marzio Lasagni, vorremmo incrementare ulteriormente la valorizzazione del compost e del biometano, insieme all’elettricità e al calore da termovalorizzazione, sempre in un’integrazione: l’orizzonte naturale è quello delle serre agricole. A San Zeno abbiamo in disponibilità terreni agricoli, una rete di teleriscaldamento, l’infrastruttura è già pronta. Potremmo creare delle serre per promuovere un’agricoltura locale di qualità, affittarne una parte, un’altra da dedicarsi a orti sociali, un’altra ancora attivando canali preferenziali per i cittadini che abitano vicino al Polo impiantistico».
Il Polo impiantistico di San Zeno accoglie già migliaia di visitatori ogni anno, con molte iniziative aperte anche al grande pubblico come da ultimo il Warehouse festival. Continuerete a investire anche in sostenibilità sociale?
«È essenziale se vogliamo provare a superare le barriere ideologiche che frenano lo sviluppo degli impianti per la gestione sostenibile dei rifiuti. Penso all’Osservatorio astronomico intitolato a Ilaria Alpi e Miran Hrovatin e a tutte le iniziative Zero spreco che mettiamo in campo insieme ai giovani aretini, il Polo di San Zeno oggi è diventato non solo un impianto industriale ma un polo di aggregazione sociale: oggi più che mai c’è bisogno di fare comunità, e noi vogliamo aprire sempre di più le porte del Polo alla cittadinanza per contrastare con trasparenza e partecipazione i timori che oggi comprensibilmente attraversano la nostra società, a tutti i livelli. Tornare a mettere insieme le persone attorno a temi concreti, come sono gli impianti per l’economia circolare, è sempre più importante».