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Wwf: «Sembra che alla Regione interessi soltanto sostenere un’attività anacronistica, crudele e dannosa, come la caccia»

Piano faunistico-venatorio regionale: la Toscana resta ferma alla logica del fucile

Nessun passo avanti nella tutela delle specie selvatiche e delle aree naturali, mentre si promuove la caccia come strumento di gestione del territorio
 |  Toscana

Il 7 novembre si chiudono i termini per la presentazione da parte di cittadini ed enti di osservazioni al nuovo Piano Faunistico Venatorio Regionale, adottato dal Consiglio Regionale della Toscana.

Il WWF Toscana aveva già presentato osservazioni nella fase di dibattito consiliare, osservazioni che il Consiglio Regionale non ha in nessun punto voluto recepire.  

Anche in questa fase di osservazioni pubbliche, l’Associazione presenterà un corposo documento contenente critiche e proposte, su un testo che andrebbe totalmente riscritto. Ecco alcuni fra i motivi:

- La superficie di territorio protetto non aumenta di un metro quadro

- Manca qualsiasi reale strategia di tutela delle specie a rischio e in difficoltà

- Il provvedimento mira a sostenere e promuovere l’attività venatoria, piuttosto che limitarne gli impatti ambientali. Addirittura, si sostiene in più punti un ruolo virtuoso e favorevole per la biodiversità della caccia nel suo complesso e perfino di metodiche specifiche di caccia, come gli appostamenti fissi, che sono vere e proprie trappole mortali per l’avifauna (per la Regione Toscana, invece, sono “oasi di biodiversità”). 

- Per quanto riguarda il rapporto fra fauna selvatica e colture agricole (in particolare per quanto riguarda le popolazioni di ungulati, ma anche molte altre specie) ancora una volta l’unica modalità proposta è quella del fucile, nonostante che sia ormai evidente la non efficacia e la pericolosità, anche per i cittadini, del sistema in atto (rispetto ad altri sistemi di controllo, come le catture). 

Invece che lavorare su prevenzione e convivenza, si dichiara pressoché tutte le superfici agricole non compatibili con un sempre più ampio numero di specie animali, aprendo di fatto ad una caccia indiscriminata.

- Dove non si può, neppure in un documento di questo tipo, sottacere sul fatto che la caccia costituisce una criticità, come in aree di particolare valore faunistico-ambientale, quali il Padule di Fucecchio, il Lago e Padule di Massaciuccoli, gli Stagni della Piana Fiorentina, si dice che una criticità c’è, ma nulla si dispone per eliminare tale criticità o, almeno, ridurla.

Ci sarebbe una Strategia Europea per la Biodiversità al 2030, che la Regione dovrebbe applicare, nei suoi vari e molteplici obiettivi. Ci sarebbe una Nature Restoration Law, che ci imporrebbe di salvaguardare e ripristinare gli ambienti naturali e le valenze floristiche e faunistiche. Ci sarebbe anche una Costituzione Italiana che, all’articolo 9, “tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni”. 

Ma alla Regione Toscana sembra che interessi soltanto sostenere un’attività anacronistica, crudele e dannosa, come la caccia.

Guido Scoccianti

È attualmente Delegato regionale del WWF per la Toscana. In precedenza è stato per il WWF responsabile del Gruppo Firenze, Consigliere e Presidente regionale WWF Toscana, Consigliere nazionale WWF Italia, occupandosi in particolare di tutela della biodiversità, aree protette, contrasto alle politiche ed alle attività con impatto su fauna selvatica e ambiente, normative ambientali. È fra i soci fondatori dell’Oasi WWF Stagni di Focognano (Campi Bisenzio). Dal punto di vista professionale è Medico Chirurgo, Professore Associato in Malattie dell’Apparato Locomotore presso l’Università degli Studi di Firenze; lavora presso l’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Careggi in reparto dedicato in particolare al trattamento chirurgico dei tumori delle ossa e delle parti molli.