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Goletta Verde: in Friuli Venezia Giulia 1 punto oltre i limiti di legge su 10 campionati

Emergenza idrica: sì alla regolamentazione dei pozzi, no all’azzeramento del deflusso minimo vitale in caso di crisi
 |  Acqua

Dei 10 punti campionati il primo agosto dai volontari e volontarie della Goletta Verde lungo le coste del Friuli Venezia Giulia solo 1 è risultato fortemente inquinato¨la Foce del Rio Fugnan, tra via Battisti e l'incrocio con Largo Caduti per la libertà nel comune di Muggia in provincia di Trieste.

Altra nota dolente è l'informazione ai bagnanti: solo in uno dei dieci punti monitorati è stato segnalato dai volontari e volontarie di Goletta Verde il cartello informativo sulla qualità delle acque, ormai da anni obbligatorio per legge.

Gli altri punti monitorati da Goletta Verde, risultati entro i limiti di legge, sono: la spiaggia di viale Miramare nel comune di Trieste; la spiaggia di Sistiana nel comune di Duino Aurisina (Trieste); la spiaggia libera in località Marina Julia a Monfalcone (Gorizia); la foce del fiume Isonzo in località Punta Sdobba a Grado (Gorizia); la spiaggia presso viale del Sole a Grado (Gorizia); la foce del fiume Stella a Precenicco (Udine); allo scarico del depuratore di Lignano Sabbiadoro (Udine); il lungomare di Lignano Sabbiadoro (Udine) e la foce del fiume Tagliamento a Lignano Sabbiadoro (Udine).

Commentando i risultati dei prelievi, Martina Bellucci di Legambiente Friuli Venezia Giulia  ha detto: «Ringraziamo i volontari e le volontarie di Goletta Verde che ogni anno monitorano i punti critici delle coste friulane e giuliane per verificare la qualità delle acque dei nostri mari. Il Rio Fugnan a Trieste è una criticità nota a tutti e ultimamente le amministrazioni hanno messo mano agli impianti di depurazione e al collettamento della rete fognaria. La direzione è quella giusta ma bisogna fare di più perché le coste del nostro territorio compiano il definitivo salto di qualità».

Stefano Raimondi, portavoce di Goletta Verde, ha aggiunto: «Gli esiti delle analisi microbiologiche sulle acque delle coste del Friuli Venezia Giulia, effettuate da Goletta Verde, fanno ben sperare anche se il fronte delle infrastrutture della depurazione e la rete fognaria vanno migliorate. E su questo fronte, rappresenta un’occasione persa, il mancato utilizzo dei fondi del PNRR per efficientare o aumentare gli impianti di depurazione È vero, c’è un solo punto oltre i limiti di legge ma viene monitorato da anni e più volte è risultato inquinato. Fortunatamente anche le amministrazioni hanno iniziato a lavorare per risolvere questa criticità, il nostro invito è quello di non fermarsi. Perché tutelare le acque da scarichi, efficientare gli impianti di depurazione e rete fognaria significa salvaguardare i nostri mari e la loro biodiversità. Più alto è il livello di biodiversità e più alta sarà la salvaguardia degli ecosistemi marini, il Friuli Venezia Giulia su questo punto può fare di più: è presente una sola area marina protetta, troppo poco per l’obiettivo del 30% di aree protette, a mare e a terra, che l’Europa chiede a tutto il Paese».

La presentazione dei dati di Goletta Verde è stata preceduta da una tavola rotonda dal tema “L’emergenza idrica della bassa friulana”.

Sono intervenuti Chiara Calligaris, ricercatrice all'Università degli Studi di Trieste, Dipartimento di Matematica e Geoscienze, Antonella Zanello di ARPA FVG, ArmandoDi Nardo, direttore del Consorzio di bonifica della pianura Friulana, i sindaci di San Giorgio di Nogaro e Cervignano. Gli interventi sono stati coordinati dalla giornalista Elisa Cozzarini.

Introducendo i lavori, Alessandra Testa, coordinatrice del gruppo di lavoro di Legambiente FVG sull’acqua, ha richiamato il Decreto che dichiara lo stato di emergenza in Regione e che, tra le misure, interviene tardivamente sulla regolazione dei pozzi artesiani  a getto continuo. E Sandro Cargnelutti, presidente di Legambiente Friuli Venezia Giulia, ha concluso: «Ci auguriamo che dal tavolo di lavoro istituito dalla Regione segua una regolamentazione - dichiara  Non siamo d’accordo, invece, sull’azzeramento del deflusso minimo vitale in caso di emergenza o la costruzione, salvo limitate eccezioni, degli invasi. E’ importante legare le risposte emergenziali necessarie ad interventi strutturali che abbiano una proiezione temporale al 2030 e 2050. Proiezioni che necessitano di un apposito piano per la mitigazione e l’adattamento alla crisi climatica.  Ridurre le pressioni e gli sprechi delle risorse idriche, operare entro i limiti, favorire il riuso e riciclo delle acque, potenziare la base conoscitiva e la modellistica predittiva, promuovere soluzioni secondo natura nella gestione dei corridoi fluviali sono alcuni degli obiettivi attesi. A proposito di biodiversità, in occasione di Goletta non possiamo non rilanciare il Parco Regionale della Laguna di Grado e Marano per soddisfare l’esigenza, sempre più presente, di una governance rafforzata per meglio indirizzare, coordinare e razionalizzare le azioni di conservazione delle riserve naturali e dei siti Natura 2000».

Redazione Greenreport

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