
Bruxelles vara la Strategia europea di resilienza idrica, ma i vincoli sono pochi e i fondi anche meno

Ripristinare e proteggere il ciclo dell'acqua, a garantire acqua pulita e a prezzi accessibili per tutti e a creare un'economia dell'acqua sostenibile, resiliente, intelligente e competitiva in Europa. Sono gli obiettivi della Strategia europea di resilienza idrica adottata dalla Commissione europea. Nell’ottica di Bruxelles questo provvedimento aiuterà gli Stati membri a gestire l'acqua in modo più efficiente, sia attraverso l'attuazione dell'attuale legislazione dell'Ue in materia di acqua che attraverso oltre 30 azioni messe a punto dai vertici comunitari. Ma non sono previsti vincoli né penalità per chi devia rispetto a quanto raccomandato dal provvedimento. Né i Paesi comunitari potranno avvalersi di finanziamenti all’altezza del problema che viene evidenziato dalla Commissione.
Bruxelles parte dal presupposto che gli Stati membri, le regioni e i comuni, ma anche i cittadini e le imprese, sono gli attori principali della resilienza idrica. E che l'acqua è fondamentale per la nostra esistenza, ma oggi non possiamo più darla per scontata. L'Europa è stata colpita da eventi meteorologici estremi, tra cui inondazioni catastrofiche, siccità prolungate e incendi boschivi, viene ricordato. Con l'aumento dell'impatto dei cambiamenti climatici, la situazione non potrà che peggiorare. Nessun Paese o regione è risparmiato, viene anche sottolineato. La situazione attuale colpisce i cittadini, gli agricoltori, l'ambiente e le imprese, con ripercussioni sulla salute, interruzione della fornitura di energia, cibo e acqua potabile e crescenti perdite economiche in tutta l'Ue. Cinque dei dieci principali rischi globali per le imprese sono legati proprio all'acqua.
Per tutti questi motivi oggi – viene sottolineato – la resilienza idrica e la gestione sostenibile dell'acqua devono essere al centro dell’agenda europea per migliorare la sicurezza dell'Ue in linea con gli scenari climatici e rendere le nostre imprese più competitive e innovative e l'Europa più attraente per gli investimenti. Come sottolinea la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen «l’acqua è vita. La resilienza idrica è fondamentale per i nostri cittadini, agricoltori, ambiente e imprese. La strategia di resilienza idrica della Commissione traccia un percorso verso un'economia dell'acqua sostenibile, resiliente, intelligente e competitiva. Dobbiamo agire ora per proteggere questa risorsa scarsa».
La strategia messa a punto da Bruxelles si concentra su tre obiettivi chiave per un'azione comune. In primo luogo, ripristinare e proteggere il ciclo dell'acqua, dalla sorgente al mare. A tal fine, viene sottolineato, è fondamentale l'attuazione efficace del quadro normativo dell'Ue già esistente per le acque dolci, tra cui la direttiva quadro sulle acque e la direttiva sulla gestione delle alluvioni, che deve concentrarsi sia sulla quantità che sulla qualità dell'acqua. Inoltre, è necessario intensificare gli sforzi per migliorare la ritenzione idrica sul territorio, prevenire efficacemente l'inquinamento idrico e affrontare gli inquinanti presenti nell'acqua potabile, compresi i Pfas.
In secondo luogo, la strategia mira a costruire un'economia intelligente dal punto di vista idrico per aumentare la competitività, attrarre investimenti e promuovere l'industria idrica dell'Ue. Per raggiungere questo obiettivo, è essenziale migliorare l'efficienza idrica e la gestione sostenibile dell'acqua, ribadisce Bruxelles. Per questo motivo la Commissione ha pubblicato anche una serie di domande e risposte sull’argomento e soprattutto una raccomandazione sull'efficienza idrica, che fornisce principi guida per ridurre il consumo di acqua. La raccomandazione fissa l'obiettivo di migliorare l'efficienza idrica nell'Ue di almeno il 10% fino al 2030 e raccomanda agli Stati membri di fissare i propri obiettivi in materia di efficienza idrica, in base alle rispettive situazioni territoriali e nazionali. In questo contesto, poiché i livelli nazionali di perdite variano dall'8% al 57%, è importante ridurre le perdite nelle tubature e modernizzare le infrastrutture idriche attraverso finanziamenti pubblici e privati e l'adozione di soluzioni digitali.
Infine, la Strategia contribuirà a garantire acqua e servizi igienici puliti e a prezzi accessibili per tutti. Per raggiungere questo obiettivo, la Strategia sottolinea il ruolo essenziale dei consumatori e delle imprese nel risparmio idrico a casa o sul lavoro. Pertanto, la Strategia promuove lo scambio di buone pratiche per sensibilizzare il pubblico e i settori specifici.
A livello globale, la Strategia rafforza il ruolo dell'Ue nella promozione della resilienza idrica a livello mondiale attraverso partenariati e cooperazioni internazionali. Dando l'esempio, spiegano da Bruxelles, l'Ue promuoverà un'agenda globale sull'acqua con i partner internazionali e i Paesi terzi, in particolare attraverso il Global Gateway.
Anche se sia la presidente von der Leyen che la vicepresidente Roswall esaltano il ruolo di questo provvedimento, quanto contenuto non è all’altezza dell’obiettivo di contrastare un fenomeno che, come ben sanno a Bruxelles (considerato che lo scrivono nel documento) merita la massima attenzione: «Al ritmo attuale, la domanda globale di acqua supererà del 40% la disponibilità idrica nel 2030», si legge. E in tutto il mondo, si sottolinea «i disastri legati all'acqua hanno causato lo sfollamento di 40 milioni di persone e danni per oltre 480 miliardi di euro nel 2024».
Come fa fronte però Bruxelles a tutto ciò? Con azioni non vincolanti e con fondi che appaiono veramente molto al di sotto delle aspettative, per una situazione del genere. La Banca europea per gli investimenti (Bei) dovrebbe mettere sul piatto 15 miliardi di euro nei prossimi tre anni per sostenere progetti nel settore idrico: 5 miliardi l’anno da qui al 2027 da spartire tra tutti gli Stati membri. E infatti non a caso Bruxelles chiede ai Paesi comunitari maggiori sforzi finanziari, raccomanda di usare al meglio i fondi Ue già disponibili e di accelerare gli investimenti in infrastrutture, digitalizzazione e prevenzione.
L’impostazione complessiva non convince chi si occupa della materia. L’European environmental bureau sottolinea che «nonostante le promesse di una forte tabella di marcia per portare la resilienza in Europa, che attualmente sta vivendo una grave crisi idrica, la Strategia della Commissione manca in generale di impegni vincolanti, di finanziamenti dedicati e introduce solo strumenti di governance limitati per sostenere l'attuazione». La più grande rete europea di associazioni ambientaliste riconosce che la Strategia include una serie di elementi positivi, tra cui un forte invito ad attuare le leggi europee esistenti in materia di acqua per raggiungere la resilienza idrica e anche i molteplici riferimenti alle soluzioni basate sulla natura (NbS), «tuttavia, pur proponendo una “Sponge Facility” e un'iniziativa sui corridoi blu e verdi come quadri di riferimento per l'incremento delle NbS, la Commissione non prevede obiettivi giuridicamente vincolanti o finanziamenti dedicati».
