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Qualità delle acque depurate, alla toscana Asa medaglia d’argento nazionale dall’Arera

Nel 2024 il 61% dei reflui depurati risultava teoricamente idoneo al riutilizzo, in conformità ai requisiti di cui alla direttiva 91/271/CEE
 |  Acqua

I gestori toscani del servizio idrico integrato si confermano tra i migliori a livello nazionale per qualità tecnica e contrattuale, in base alle performance monitorate dall’Autorità nazionale di regolazione per energia, reti e ambiente (Arera).

L’Authority ha infatti assegnato 15,3 mln di euro in premialità e 1,3 mln in penalità – ovvero circa 14 mln euro di premi al netto delle penali – ai gestori del servizio idrico integrato in Toscana. I riconoscimenti premiano sia le performance assolute che i miglioramenti conseguiti nel biennio 2022-2023, in base a un articolato sistema di valutazione che considera indicatori fondamentali come perdite di rete, qualità dell’acqua, continuità del servizio, gestione dei fanghi e aspetti contrattuali.

Tra i migliori risultati spicca quello di Asa (gestore idrico della Toscana Costa, servendo 32 Comuni appartenenti alle province di Livorno, Pisa e Siena), che è stato valutato in seconda posizione nazionale per il miglioramento della qualità dei reflui.

A ritirare il premio, durante la cerimonia milanese di Arera, è stato il responsabile del settore Regolazione di Asa, Attilio Ferrari. «Ringraziamo tutti coloro che hanno contribuito a questo successo – commenta il Consiglio di gestione di Asa – L’azienda continuerà a lavorare con la massima professionalità e trasparenza per offrire soluzioni sempre più innovative e di qualità. Questo importante risultato è il frutto del lavoro, della professionalità e dell’impegno di tutti i dipendenti di Asa. Un ringraziamento particolare va all’ufficio Ambiente, all’area Progettazione, al settore Elettrico ed elettronico, al Laboratorio analisi e, in modo speciale, al settore Depurazione che – con il prezioso contributo dello staff Depurazione, sotto la guida del dirigente Marco Mori – ha saputo affrontare con competenza un contesto territoriale e impiantistico particolarmente complesso e sfidante».

Da sottolineare che anche nel 2024, in base ai dati riferiti dalla partecipata pubblica, il 61% dei reflui depurati risultava teoricamente idoneo al riutilizzo, in conformità ai requisiti di cui alla direttiva 91/271/CEE, rappresentando così un elemento di grande pregio.

Redazione Greenreport

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