
L'Italia e il Goal 5: parità di genere, progressi nella normativa, ma troppi ritardi nell'attuazione (VIDEO)

Prosegue la campagna ASviS "Un Goal al giorno", che fornisce un'analisi tematica tratta dal Rapporto ASviS 2018 sulla posizione italiana e regionale rispetto ai 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile. La campagna durerà 17 giorni, uno per ogni SDG. Puoi seguirla anche su Facebook e Twitter usando gli hashtag #RapportoASviS e #1Goalxgiorno. Oggi parliamo del Goal 5: "Raggiungere l'uguaglianza di genere e l'empowerment (maggiore forza, autostima e consapevolezza) di tutte le donne e le ragazze".
Il Rapporto ASviS 2018 registra miglioramenti nel Goal 5 in Italia. Nonostante la recente flessione dell'indicatore sintetico, nel complesso aumenta la partecipazione delle donne nei luoghi decisionali economici e politici, anche se la presenza resta bassa. A livello territoriale, cresce la presenza femminile nella maggior parte dei Consigli regionali. Nell'ultimo anno, la normativa italiana sull'uguaglianza di genere ha fatto consistenti passi in avanti, concentrandosi sul soccorso e l'assistenza alle donne vittime di violenza, la medicina di genere, le misure di conciliazione lavoro-famiglia e il congedo di paternità. Secondo l'Alleanza è sul piano dell'attuazione che si osservano gravi ritardi e carenze. Servono più sforzi per superare gli stereotipi di genere, migliorare la salute sessuale e garantire il pieno rispetto dei diritti riproduttivi. Anche se sono aumentate le tutele contro la violenza sulle donne, occorre potenziare i centri antiviolenza e le case rifugio e introdurre, nella Legge sui crimini d'odio e la discriminazione, i reati legati al sessismo.
L'indicatore composito elaborato dall'ASviS per il Goal 5 evidenzia complessivamente un significativo miglioramento tra il 2010 e il 2016. Tuttavia, a fronte del forte aumento registrato fino al 2015, si segnala una inversione di tendenza nel 2016 spiegata dalla diminuzione del rapporto tra i tassi di occupazione delle donne con figli in età prescolare e delle donne senza figli e dalla netta diminuzione della partecipazione delle donne negli organi decisionali, un dato (13,3%) ancora ben inferiore alla media europea (23,9%).
Rispetto alla media dell'Italia nel 2010, il Goal 5 mostra un netto miglioramento nella maggior parte delle regioni italiane. Ciò può essere spiegato dall'aumento della presenza delle donne nei Consigli regionali (dal 15% nel 2012 al 18% nel 2016). Le regioni che migliorano maggiormente sono il Piemonte e il Trentino-Alto Adige, che devono questo incremento all'aumento del rapporto tra tassi di occupazione delle donne e degli uomini. Al contrario la Basilicata mostra un deterioramento dell'indicatore rispetto ai livelli del 2010, causato dall'assenza di donne nei Consigli Regionali dal 2013 in poi.
di ASviS
