
Il Corriere della Sera rifiuta la pubblicità contro il greenwashing di Greenpeace

Se nell’ultimo anno in Italia sono dimezzate le notizie dedicate alla crisi climatica e al contempo sono cresciute le pubblicità delle aziende fossili, il 2025 non è iniziato meglio. Una delle principali associazioni ambientaliste attive nel Paese, Greenpeace, denuncia che una sua inserzione pubblicitaria prevista sul Corriere della Sera di ieri – che riportiamo (gratis) in pagina – è stata rifiutata dalla redazione del quotidiano perché metteva in discussione la qualità dell’informazione sul clima e chiamava in causa il ruolo ingombrante di Eni.
«È preoccupante che uno dei principali quotidiani italiani come il Corriere della Sera si presti al gioco delle grandi aziende del petrolio e del gas, che sfruttano le loro pubblicità infarcite di greenwashing per ingannare i lettori e nascondere le proprie responsabilità nella crisi climatica – spiega dichiara Giancarlo Sturloni, responsabile della comunicazione di Greenpeace Italia – Noi amiamo i giornali e crediamo che il buon giornalismo possa avere un ruolo cruciale nella difesa del pianeta, ma siamo convinti che lo strapotere esercitato dalle compagnie dei combustibili fossili sui media sia una minaccia per la libertà di stampa, la democrazia e il clima del pianeta. Abbiamo urgente bisogno di un'informazione sul clima libera, completa e trasparente se vogliamo salvarci dal riscaldamento globale».
A pensarla così non sono solo gli ambientalisti, dato che un appello analogo – per le piattaforme online così come per i media tradizionali – è già arrivato nei mesi scorsi dal segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres: in Italia al momento c’è solo un’avanguardia di testate che aderisce a questi principi, quelle aderenti – greenreport compresa – alla coalizione Stampa libera per il clima promossa da Greenpeace.
