
Dal petrolio alle transazioni finanziarie, l’Ue vara un nuovo pacchetto di sanzioni contro la Russia

Al Consiglio Affari generali dell’Ue, i ministri degli Affari europei hanno approvato all’unanimità il 18esimo pacchetto di sanzioni contro la Russia. Dopo settimane di negoziati necessari per superare l’opposizione della Slovacchia, oggi a Bruxelles questo punto è stato approvato senza praticamente neanche lasciare spazio alla discussione. L’Alta rappresentante della politica estera dell’Ue, Kaja Kallas, usa parole di soddisfazione per illustrare via social quanto deciso: «L'Ue ha appena approvato uno dei pacchetti di sanzioni più incisivi contro la Russia fino ad oggi. Stiamo tagliando ulteriormente il bilancio bellico del Cremlino, prendendo di mira altre 105 navi della flotta ombra e i loro complici, e stiamo anche limitando l'accesso delle banche russe ai finanziamenti. I gasdotti Nord Stream saranno vietati. Ci sarà un tetto massimo al prezzo del petrolio più basso. Stiamo esercitando maggiore pressione sull'industria militare russa, sulle banche cinesi che consentono l'elusione delle sanzioni e bloccando le esportazioni di tecnologia utilizzata nei droni. Le nostre sanzioni colpiscono anche coloro che indottrinano i bambini ucraini. Continueremo ad aumentare i costi, quindi fermare l'aggressione diventa l'unica via d'uscita per Mosca». Ha sottolineato anche Benjamin Haddad, ministro delegato per gli Affari Europei della Francia. «L’unico modo per porre fine a questa guerra, per riportare le parti al tavolo dei negoziati e creare le condizioni per una pace giusta e duratura in Europa è quello di aumentare sostanzialmente la pressione sulla Russia militarmente, continuando le forniture di armi all’Ucraina, che si sta difendendo coraggiosamente, ed economicamente con sanzioni».
Andando più nel dettaglio, il pacchetto di sanzioni contro Mosca per la guerra in Ucraina prevede molte novità e modifica, tra l’altro, il meccanismo del tetto al prezzo del petrolio russo trasportato verso Paesi terzi, deciso in sede G7 ma che finora la Russia è riuscita in parte a eludere. Secondo quanto viene riferito alle agenzie di stampa da Bruxelles, verrà introdotto un meccanismo dinamico di tetto al prezzo del greggio russo, che fisserà il prezzo al quale potrà essere venduto (non nell'Ue), con uno sconto del 15% rispetto al prezzo medio di mercato del petrolio russo. L'Urals è il benchmark russo, e viene di solito scambiato a sconto rispetto al Brent, il greggio di riferimento europeo. Ai prezzi attuali, ciò significa che, ove applicato il meccanismo, il prezzo di vendita passerebbe da circa 60 dollari al barile a circa 47,6 dollari al barile.
Il nuovo pacchetto prevede anche un divieto di transazioni correlate ai gasdotti Nord Stream 1 e 2. Il divieto include anche la fornitura di beni e servizi, cosa che comporta l'impossibilità di completare, effettuare le attività di manutenzione e utilizzare i due gasdotti che collegano direttamente la Russia e la Germania, che sono inattivi dall’autunno del 2022.
Bruxelles ha anche deciso di allungare la lista delle navi (+105) da sanzionare perché facenti parte della cosiddetta «flotta ombra» che la Russia utilizza per aggirare il price cap. Sono dunque ora circa 400 le petroliere che non potranno attraccare nei porti dell'Ue e che non potranno fare trasferimenti di greggio da nave a nave.
È stato introdotto anche un divieto di importazione nell'Ue di prodotti raffinati derivati da petrolio russo provenienti da Paesi non Ue, ma con eccezioni: sono esentati Norvegia, Regno Unito, Stati Uniti d'America, Canada e Svizzera. Secondo la fonte di Bruxelles citata dalle agenzie stampa, questo provvedimento chiude una falla che consentiva a Mosca di continuare ad esportare indirettamente greggio, a scopi di raffinazione.
Anche nel settore degli scambi finanziari aumentano le restrizioni, con questo nuovo pacchetto. La preclusione per Mosca all’accesso alla rete globale di banche Swift diventa un «divieto completo di transazioni»: altre 22 banche russe vengono aggiunte alla lista degli istituti tagliati fuori dal servizio internazionale. Il pacchetto prevede anche un divieto di transazione con il Fondo russo per gli investimenti diretti (Rdif), che copre anche i suoi investimenti e le istituzioni finanziarie che sostengono questi investimenti, allo scopo di limitare ulteriormente l'accesso della Russia ai mercati finanziari e alla valuta estera.
Con il pacchetto approvato oggi a Bruxelles vengono tra l’altro sanzionati 26 soggetti, di cui 11 in Paesi terzi diversi dalla Russia (7 in Cina, di cui 3 a Hong Kong, e 4 in Turchia), ritenuti coinvolti nell'elusione delle sanzioni Ue o che forniscono supporto, diretto o indiretto, al complesso militare-industriale russo.
Il pacchetto contiene anche ulteriori divieti di esportazione, per limitare l'accesso della Russia a tecnologie a duplice uso/avanzate, comprese le macchine a controllo numerico utilizzate nel sistema militare-industriale, e, in particolare, anche nell'industria che produce gli Iskander, una famiglia di missili balistici mobili a corto raggio russi considerati molto efficaci, in grado di trasportare testate convenzionali e nucleari.
La risposta della Russia non si è fatta attendere. Alle domande sul nuovo pacchetto di sanzioni Ue, il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, nel quotidiano briefing con la stampa, ha risposto che «sarà necessario analizzarlo per minimizzarne le conseguenze» e parlando di «un'arma a doppio taglio» che colpisce anche chi la utilizza. Al contempo, ha ribadito che Mosca «ritiene illegali queste restrizioni unilaterali» che denotano «una linea anti-russa abbastanza coerente da parte dell'Europa».
