Turchia e Grecia di nuovo in conflitto sulle Zone economiche esclusive, mentre l’Italia non ha proclamato la propria
La “Pianificazione spaziale marittima” (Msp) riguarda, come noto, sia le coste e il mare territoriale italiano, sia l’intero bacino del Mar Mediterraneo. Un tema tornato alla ribalta della cronaca a causa di quanto accaduto nei giorni scorsi nel Mediterraneo orientale, specificatamente l’area del Mar Egeo che riflette interessi della Turchia e della Grecia, entrambi Paesi che si riconoscono nel patto della Nato ed entrambi Paesi a forte spinta marittima.
Autorevoli fonti di stampa turche hanno riportato che le autorità politiche della Turchia si sono espresse negativamente nei confronti della Msp greca, in quanto violerebbe aree di giurisdizione marittima ritenute appartenere allo Stato turco nel Mar Egeo e nel Mediterraneo orientale.
L’accusa mossa dalla Turchia è incentrata sul fatto – definito illegale dalla Turchia – che la Grecia ignorerebbe i principi fondamentali del diritto marittimo internazionale, cercando di far validare la zona economica esclusiva (Zee) del Mediterraneo orientale (che non ha ufficialmente dichiarato) tramite l'Ue, strumentalizzando la mappa Msp.
La controversia sulle acque marittime da includere nella Zee è arrivata all’Onu su formale protesta presentata dalla Turchia, che rivendica la propria posizione legale riguardo ai limiti esterni della sua piattaforma continentale nel Mediterraneo orientale. Nella cartina delle Mps relativa al Mediterraneo orientale, possiamo facilmente rilevare che la cosiddetta Zee pretesa dalla Grecia appare essere ricompresa all'interno della piattaforma continentale turca.
Riportiamo, di seguito, la nota di protesta delle autorità turche: “Gli sforzi della Grecia per legittimare le proprie posizioni sulla Zee e sui confini esterni della sua piattaforma continentale - che non ha ancora delimitato con i suoi vicini - inserendole nella mappa Msp sono destinati a fallire e costituiscono passi unilaterali contrari al diritto internazionale”.
Questa la situazione nell’Egeo che senza alcun dubbio genera tensioni – mai sopite fino in fondo – turco-greche che arrivano ad interessare la parte grecofona di Cipro.
Invece nel Mediterraneo centrale, che ci riguarda più direttamente, come stanno le cose? L’Italia non ha ancora - nella realtà dei fatti – proclamato alcuna Zona economica esclusiva nei tre mari che la toccano da vicino, Adriatico, Jonio e Tirreno, e le controversie territoriali marittime sono ancora tutte in via di risoluzione, a partire da quella più delicata che riguarda il Canale di Malta (tratto di mare ricompreso tra la Sicilia sudorientale e l’Isola di Malta) con l’Algeria, che già nel 2018 con atto unilaterale non negoziato arrivò a proclamare la propria Zee, spingendola fino al linite delle acque territoriali italiane a Sud della Sardegna.
Anche in Adriatico si aspetta la proclamazione della Zee e segnaliamo che gli interessi marittimi in gioco, che vanno dalla ricerca di petrolio e gas nei fondali marini fino alle possibilità di sfruttamento dei potenziali eolici offshore, sono diventati tanto urgenti quanto importanti (sebbene i primi citati non siano sostenibili). Auguriamoci che col nuovo anno i ministeri competenti, a partire dal Mit, Maeci e Mase vogliano accelerare gli iter amministrativi rimasti ancora irrisolti.