Skip to main content

Rinnovabili, in Italia la transizione energetica può valere 173mila posti di lavoro in più

Enel: «La decarbonizzazione rappresenta una grande opportunità per modernizzare l’economia europea»
 |  Crisi climatica e adattamento

Nei prossimi dieci anni gli impatti della transizione energetica in atto, sostenuta dalla crescente elettrificazione, digitalizzazione e generazione da fonti rinnovabili, saranno in grado non solo di migliorare l’economia nazionale, ma di avere anche profondi e positivi riflessi sul piano occupazionale: secondo lo studio Just E-volution 2030, realizzato da The European House - Ambrosetti in collaborazione con Enel, la crescita del valore economico del settore elettrico nei diversi scenari (fino a 199 miliardi di euro per l’Ue) produrrà un aumento netto della produzione industriale stimabile tra 113 e 145 miliardi di euro per l’Unione europea; la transizione energetica abiliterà nuovi servizi digitali caratterizzati da un elevato potenziale di sviluppo nei prossimi anni, per un valore stimato in Europa in circa 65 miliardi di euro; allo stesso tempo, lo studio stima che la transizione energetica avrà un effetto netto positivo sull’occupazione che potrà aumentare al 2030 fino a 1,4 milioni di nuovi posti di lavoro nell’Ue.

«Per misurare gli impatti socio-economici della transizione energetica il modello econometrico sviluppato appositamente per lo studio combina in maniera unica un approccio macro e micro, partendo dall’analisi di 3.745 tra prodotti e tecnologie che caratterizzano la produzione industriale europea e stimando gli effetti al 2030 della transizione energetica sulla produzione industriale e l’occupazione nell’Unione europea e in maggiore dettaglio in Italia, Spagna e Romania», spiega Valerio De Molli, Managing Partner & CEO di The European House – Ambrosetti.

Per quanto riguarda nello specifico l’Italia il quadro è particolarmente incoraggiante: l’aumento netto della produzione industriale è stimabile in 14-23 miliardi di euro, cui si aggiungono altri 6 miliardi euro guardando ai servizi digitali, mentre l’effetto positivo sull’occupazione arriva a 173mila nuovi posti di lavoro al 2030 (contro i 97mila in Spagna e 52mila in Romania, ad esempio).

«La decarbonizzazione – commenta Francesco Starace, amministratore delegato di Enel – rappresenta una grande opportunità per modernizzare l’economia europea, rivitalizzare il comparto industriale e assicurare una crescita sostenibile e duratura. A fronte di una generazione sempre più rinnovabile, la progressiva penetrazione dell’elettricità nel sistema energetico ci permetterà non solo di decarbonizzare i settori storicamente più inquinanti dell’economia, ma anche di creare valore in modi nuovi, offrendo nuovi servizi ai consumatori, sempre più attori centrali del sistema elettrico. È fondamentale, quindi, che vengano condivisi i benefici della transizione energetica accompagnandola con misure di ampio respiro che fondano aspetti climatici, energetici, ambientali, industriali e sociali».

Il Rapporto suggerisce dunque quattro ambiti di intervento per i policy maker affinché tutti gli attori e gruppi sociali coinvolti riescano a cogliere i vantaggi associati alla transizione energetica: supportare la diffusione delle tecnologie elettriche promuovendo un’efficace conversione delle catene del valore verso le tecnologie elettriche; gestire mutazione di natura e di competenze sul posto di lavoro, aumentare le opportunità di impiego e affrontare il tema della riqualificazione (re-skilling) e del perfezionamento professionale (up-skilling); affrontare la questione della povertà energetica; promuovere una distribuzione equa dei costi legati alla transizione energetica. In questo quadro, la transizione energetica è parte essenziale di uno sviluppo sostenibile in cui costi e benefici devono essere ripartiti equamente tra tutti i gruppi sociali (“just for all”). Per i Paesi che l’abbracceranno per primi, questa potrà essere fonte di innovazione e vantaggio competitivo con l’opportunità di esportare le esperienze più virtuose.

Redazione Greenreport

Greenreport conta, oltre che su una propria redazione giornalistica formata sulle tematiche ambientali, anche su collaboratori specializzati nei singoli specifici settori (acqua, aria, rifiuti, energia, trasporti e mobilità parchi e aree protette, ecc….), nonché su una rete capillare di fornitori di notizie, ovvero di vere e proprie «antenne» sul territorio.