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Cingolani: gli incendi sono «senza alcun tipo di ambiguità» colpa del clima e dell’uomo

«Bisogna sfatare la leggenda urbana ‘io brucio, così poi dopo ci faccio qualcosa che mi conviene', è impossibile per le leggi che abbiamo. Il problema sta forse nella perimetrazione»
 |  Crisi climatica e adattamento

«Negli incendi che stanno devastando non solo l’Italia ma anche la Grecia ci sono situazioni molto simili, e sono senza alcun tipo di ambiguità colpa dei cambiamenti climatici e di fenomeni antropici». Ad affermarlo è il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani, in un’informativa resa ieri in Parlamento sugli incendi.

«Il 57,4% degli incendi sono dolosi, il 13,7% non è intenzionale, e quindi sono colposi per mancanza di cultura. Siamo già, dunque, oltre il 70% di incendi responsabilità nostra», dettaglia il ministro. Anche la quota di responsabilità imputata alla crisi climatica, però, andrebbe conteggiata tra le responsabilità umane, dato che ormai il 97% degli scienziati climatici afferma inequivocabilmente che il riscaldamento globale è in corso, e che è legato all’emissione di gas serra da parte dell’uomo.

Un trend che ha profonde ricadute non solo sul futuro prossimo dell’umanità, ma già oggi in casa nostra: a causa degli incendi, ad esempio, solo «in Sardegna tra il 24 e il 26 luglio ci sono state 800 persone evacuate. L’area bruciata, a una prima stima, è di oltre 10 mila ettari. Un evento catastrofico», sottolinea Cingolani.

Anche i dati 2020 a livello nazionale, illustrati dal ministro in Parlamento, appaiono sconfortanti: «Gli incendi dolosi e colposi nel 2020 sono stati 4233 e hanno toccato oltre 62 mila ettari. 552 le persone denunciate, 18 arresti, 79 sequestri. Rispetto al 2019 i reati sono aumentati dell’8,1%, mentre la superficie bruciata è cresciuta del 18,3% e sono salite anche le denunce (+25,2%) e gli arresti (+80%). In Campania, Puglia, Calabria e Sicilia si è verificato oltre il 54% degli incendi».

Fondamentali, allora, restano la prevenzione e il controllo, così come la manutenzione dei territori. «La parte dell’intervento degli aerei, anche con la cooperazione internazionale, ha funzionato bene. La fase preventiva, invece, ha avuto qualche inefficienza – osserva Cingolani – bisogna sfatare la leggenda urbana ‘io brucio, così poi dopo ci faccio qualcosa che mi conviene'. È impossibile. Per le leggi che abbiamo, se uno brucia uccide un’area e lì non si può fare nulla: per cinque anni non si può piantare un albero e per dieci non si può costruire niente. La legge a me sembra perfetta, dovrebbe scoraggiare chiunque ad appiccare incendi. Il problema, allora, sta anche nella perimetrazione, che forse non è così efficiente. Centralmente anche noi possiamo dare una mano, almeno ai Comuni più piccoli».

Redazione Greenreport

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