Skip to main content

Col “collasso” delle correnti oceaniche rischio crollo delle temperature invernali nell’Europa del nord

Un nuovo studio analizza l’impatto combinato dell’arresto della circolazione meridiana atlantica e del riscaldamento globale: superato un punto di svolta, il nostro continente potrebbe essere l’unico destinato a diventare più freddo in un mondo più caldo, con temperature che a Oslo possono toccare -48° centigradi
 |  Crisi climatica e adattamento

Un “collasso” delle principali correnti oceaniche dell'Atlantico provocherebbe un crollo delle temperature invernali in tutta l'Europa settentrionale, nonostante il riscaldamento globale provocato dall'attività umana e l’utilizzo dei combustibili fossili. È quanto emerge da una nuova ricerca, pubblicata su Geophysical Research Letters, che analizza l'impatto combinato dell'arresto della circolazione meridiana atlantica (Atlantic Meridional Overturning Circulation, AMOC) e del riscaldamento globale sulle temperature dell'Europa settentrionale. Gli scienziati hanno avvertito che il cambiamento climatico causato dall'uomo sta probabilmente causando l'indebolimento dell'AMOC e che il continuo riscaldamento potrebbe spingerlo verso un «punto di svolta».

Lo studio suggerisce che, in uno scenario intermedio di emissioni, il riscaldamento provocato dai gas serra non sarebbe in grado di compensare l'impatto di raffreddamento di un collasso dell'AMOC. In questo scenario di mondo modellato con i parametri dello studio, un inverno su 10 a Londra potrebbe vedere estremi di freddo prossimi a -20°C. A Oslo, in Norvegia, i valori estremi invernali potrebbero invece crollare fino a circa -48°C.

Secondo le proiezioni dei ricercatori, le temperature rigide saranno determinate dalla perdita di trasferimento di calore dai tropici attraverso le correnti oceaniche e dalla diffusione del ghiaccio marino nell'Europa settentrionale nei mesi invernali.

La ricerca non analizza il momento in cui l'AMOC potrebbe ribaltarsi, ma si concentra su scenari di un futuro lontano in cui ciò è già avvenuto, in modo da esplorare l'impatto che il fenomeno avrebbe sulle temperature invernali.

L'autore principale, il dottor René van Westen, ricercatore in oceanografia presso l'Università di Utrecht, sostiene che l'Europa potrebbe essere l'unica regione destinata a diventare «più fredda in un mondo più caldo». Afferma il ricercatore al sito Carbon Brief: «Se l'AMOC crolla, dobbiamo prepararci a inverni sostanzialmente più freddi. Gli estremi invernali saranno molto consistenti per alcune regioni. Le temperature potrebbero scendere a -50°C in Scandinavia. A -40°C o meno in Scandinavia».

La ricerca è stata pubblicata insieme a una mappa interattiva che evidenzia come un collasso dell'AMOC in diversi scenari di riscaldamento potrebbe avere un impatto sulle temperature medie, estreme e sul ghiaccio marino in Europa.

Redazione Greenreport

Greenreport conta, oltre che su una propria redazione giornalistica formata sulle tematiche ambientali, anche su collaboratori specializzati nei singoli specifici settori (acqua, aria, rifiuti, energia, trasporti e mobilità parchi e aree protette, ecc….), nonché su una rete capillare di fornitori di notizie, ovvero di vere e proprie «antenne» sul territorio.