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Al via la nuova petizione su Change.org degli attivisti Giacomo Pellini e Maria Santarossa

Tre proposte per lottare contro la disinformazione italiana sulla crisi climatica

«Il negazionismo climatico, più o meno esplicito, compromette la capacità della popolazione di comprendere la portata della crisi e agire di conseguenza»
 |  Crisi climatica e adattamento

L’ultimo Eurobarometro, il sondaggio d’opinione che regolarmente pubblicano da Bruxelles per tastare il polso del Vecchio continente, mostra che il 61% degli italiani e il 52% degli europei è in disaccordo con l’affermazione “i media tradizionali offrono un’informazione chiara sulla crisi climatica, le sue cause e impatti”, mentre e il 38% e 49% trova difficile distinguere sui social media tra informazioni affidabili e disinformazione.

L’ennesima conferma, ce ne fosse bisogno, che solo un cittadino (ben) informato è davvero pronto ad affrontare la crisi climatica: anche superando le sindromi Nimby (non nel mio giardino) e Nimto (non nel mio mandato elettorale) che frenano la realizzazione degli impianti industriali – da quelli per produrre energia rinnovabile a quelli per la gestione circolare dei rifiuti – necessari a portare avanti la transizione ecologica.

Invece il quadro nazionale continua a peggiorare. In base all'ultimo rapporto annuale realizzato dall'Osservatorio di Pavia per Greenpeace, nel 2024 le notizie dedicate al clima hanno registrato un calo del 47% sui quotidiani (con una media di appena un articolo ogni due giorni) e del 45% sui telegiornali (in media un solo servizio ogni dieci giorni) rispetto al 2023. Di contro, si è assistito a un aumento delle pubblicità delle aziende inquinanti sui quotidiani (1.284, contro le 1.229 del 2023). In Italia al momento c’è solo un’avanguardia di testate che ha esplicitamente deciso di stare fuori dal patto di potere fra aziende fossili, politica e media, quelle aderenti – greenreport compresa – alla coalizione Stampa libera per il clima promossa proprio da Greenpeace.

È a partire da questo contesto che due attivisti climatici – Giacomo Pellini e Maria Santarossa – hanno lanciato oggi su Change.org una petizione per spiegare come «la disinformazione e il negazionismo climatico, più o meno espliciti, compromettono la capacità della popolazione di comprendere la portata della crisi e agire di conseguenza. È urgente che il servizio pubblico e il sistema dell'informazione assumano una responsabilità concreta nel raccontare la verità sul cambiamento climatico».

Per questo, gli attivisti chiedono tre misure concrete:

1. Linee guida nazionali per l'informazione climatica
Chiediamo al Governo, all'Ordine dei Giornalisti e agli organismi di autoregolamentazione della stampa di elaborare e adottare linee guida vincolanti sull'informazione climatica, sul modello di quanto già avviene per altri temi di interesse pubblico (salute, violenza di genere, ecc.).
- promuovere l'uso di fonti scientifiche autorevoli (IPCC, ISPRA, CMCC, Copernicus, ecc.);
- contrastare la falsa equivalenza tra esperti e negazionisti;
- evitare linguaggi fuorvianti e minimizzanti;
- garantire un linguaggio chiaro e accessibile.

2. Istituzione di un Osservatorio nazionale sulla disinformazione climatica
Proponiamo la creazione di un Osservatorio nazionale indipendente, con la partecipazione di enti scientifici, università, giornalisti, esperti di comunicazione e rappresentanti della società civile.
- monitorare l'informazione climatica nei media italiani;
- segnalare i casi di disinformazione o distorsione;
- pubblicare report periodici e fornire raccomandazioni;
- sensibilizzare le redazioni e i professionisti dell'informazione;

3. Spazio settimanale dedicato alla crisi climatica nei telegiornali RAI
Chiediamo che la RAI, in quanto servizio pubblico, garantisca almeno uno spazio settimanale fisso nei telegiornali principali (TG1, TG2, TG3) dedicato alla crisi climatica e ambientale, in fascia oraria accessibile.
- offrire aggiornamenti sui dati scientifici e sugli impatti reali in Italia e nel mondo;
- raccontare le soluzioni in atto, le buone pratiche e le politiche climatiche;
- contribuire a un'informazione costante, affidabile e capace di coinvolgere i cittadini.

Dove si firma? La petizione è qui: https://www.change.org/p/stop-alla-disinformazione-climatica-per-un-informazione-responsabile-un-futuro-vivibile

Redazione Greenreport

Greenreport conta, oltre che su una propria redazione giornalistica formata sulle tematiche ambientali, anche su collaboratori specializzati nei singoli specifici settori (acqua, aria, rifiuti, energia, trasporti e mobilità parchi e aree protette, ecc….), nonché su una rete capillare di fornitori di notizie, ovvero di vere e proprie «antenne» sul territorio.