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Semplificazione, no grazie: 470 sigle europee denunciano l’opera di deregulation portata avanti da Bruxelles

Il documento, firmato da associazioni ambientaliste e sindacati, è stato diffuso in vista del Discorso sullo stato dell’Unione che pronuncerà domani la presidente della Commissione Ue von der Leyen: «In un periodo caratterizzato da estrema disuguaglianza, distruzione del clima, regresso democratico e violazioni dei diritti umani su larga scala, chiediamo maggiori, non minori protezioni»
 |  Crisi climatica e adattamento

Se non è record, poco ci manca: 470 organizzazioni europee, tra cittadinanza attiva e sindacati, hanno firmato una dichiarazione congiunta per denunciare come l’ondata di deregolamentazioni, avviata dalla Commissione europea negli ultimi mesi, stia producendo un indebolimento dei diritti sociali, ambientali, della salute e digitali nell’Unione europea. Il titolo del documento è tanto sintetico quanto chiaro: «L'Ue indebolisce le norme che tutelano le persone e l'ambiente».

Per l’Italia lo hanno firmato 14 associazioni, dal Forum disuguaglianze e diversità a Legambiente, da Union Syndicale Federale-Ispra a sigle sindacali come Fp Cgil, Flaei Cisl, Uil Pa. Ma sono centinaia le sigle che in tutti i Paesi europei - rilanciando alla campagna promossa in primis da European Federation of Public Service Unions (EPSU), the European Environmental Bureau (EEB), Friends of the Earth Europe (FoEE), European Digital Rights (EDRi), Global 2000, Climate Action Network (CAN) Europe, and Corporate Europe Observatory - hanno voluto mandare questo messaggio a Bruxelles in vista del Discorso sullo stato dell’Unione che pronuncerà domani la presidente della Commissione Ue Ursula von der leyen.

Nel documenta si sottolinea che l’Ue rischia «una nuova corsa al ribasso»: «Sotto la presidenza di Ursula von der Leyen, la Commissione europea sta pianificando una serie senza precedenti di drastici tagli alle normative che tutelano i diritti sociali e del lavoro, i diritti umani, i diritti digitali e l'ambiente. La Commissione e gli Stati membri dell'Ue potrebbero trascorrere i prossimi quattro anni smantellando le norme che regolano le attività delle imprese operanti nell'Unione. Le norme volte a garantire una vita equa, giusta e sana sono già scarsamente applicate. Nonostante i chiari avvertimenti, ora vengono ritirate, indebolite o svuotate di significato a un ritmo davvero senza precedenti».

A nove mesi dall'inizio del suo mandato, scrivono le associazioni europee, è chiaro che il nuovo «sforzo di semplificazione senza precedenti» della Commissione significa in realtà «deregolamentazione»: «Le normative che ci proteggono dagli eccessi dell'avidità delle grandi aziende, che ci garantiscono aria pulita e pasti sani per le nostre famiglie, sono sul punto di essere abolite. Le norme che ci assicurano condizioni di lavoro eque e sicure, proteggono la natura, combattono la discriminazione, contrastano la corruzione, garantiscono l'accesso a prodotti finanziari equi e sicuri e impediscono alle aziende di violare la nostra privacy digitale – norme che ci proteggono oggi e ci proteggeranno domani – stanno per essere abolite».

Le frenate e il depotenziamento per le norme contro la deforestazione, rinvii dei limiti alle emissioni per le nuove auto, cancellazione delle norme anti-greenwashing, le modifiche a quelle sulla rendicontazione e la sostenibilità ambientale delle aziende e altro ancora: sono molte le misure, di cui in questi mesi si è costantemente occupato greenreport, nel mirino delle sigle ambientaliste. «L'insistenza della Commissione sul fatto che si tratti di eliminare la “burocrazia superflua” non trova riscontro nella realtà. Si sostiene che affidarsi alle aziende affinché facciano la cosa giusta renderà il blocco più ‘competitivo’ e che è necessario tagliare le regole per stimolare l'“innovazione” delle aziende dell'UE. ea molti tristi episodi della storia dell'UE raccontano un'altra storia, tra cui la crisi finanziaria e il Dieselgate». La denuncia nei confronti di Bruxelles è netta: «Le norme dell'Ue vengono ridotte in modo che gli azionisti possano sfruttare le persone e il pianeta con minori limitazioni. La nostra protezione viene svenduta per profitto e la nostra fiducia nella democrazia viene erosa».

Tra l’altro, sottolineano i firmatari, è in corso una «tempesta perfetta di deregolamentazione» che rischia di «rafforzare le forze di estrema destra e antidemocratiche, favorendo la corruzione, aumentando le disuguaglianze, rallentando le azioni urgenti necessarie per la tutela del clima e dell'ambiente e privando le comunità e i lavoratori di protezioni e servizi essenziali». Vengono elencati tutti i passi indietro compiuti con le cosiddette semplificazioni di Bruxelles sulla tutela ambientale e dei diritti dei lavoratori, tutte le norme che provocano un indebolimento della protezione sociale e della giustizia climatica. Nel documento vengono anche avanzate richieste di maggiore trasparenza e accountability per le imprese, implementazione e rafforzamento delle leggi che proteggono diritti e interesse pubblico e garanzia che le organizzazioni di cittadinanza attiva, i sindacati e le comunità e i vari portatori di interesse siano consultati e inseriti nel processo decisionale della Ue. E poi, a mo’ di conclusione ma anche di annuncio di nuove battaglie: «In un periodo caratterizzato da estrema disuguaglianza, tra cui disparità di ricchezza, esclusione sociale e finanziaria, distruzione del clima, regresso democratico, capitalismo di sorveglianza, sfruttamento dei lavoratori, danni strutturali e discriminazioni profondamente radicati e violazioni dei diritti umani su larga scala, chiediamo maggiori, non minori protezioni!»

Redazione Greenreport

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