I danni alla salute legati al clima mettono a rischio 1,5 trilioni di dollari di produttività entro il 2050
Secondo un nuovo rapporto del World economic forum, entro il 2050 i rischi per la salute causati dai cambiamenti climatici potrebbero costare all’economia globale almeno 1,5 trilioni di dollari in termini di perdita di produttività nei settori alimentare e agricolo, dell'edilizia e della sanità. Non solo: la stima di 1,5 trilioni di dollari riflette le perdite solo nei primi tre settori, in uno scenario intermedio, suggerendo che l’onere per l’economia globale potrebbe essere molto più elevato. Da qui la raccomandazione che l’organizzazione internazionale rivolge alle aziende: agire immediatamente per proteggere la salute dei lavoratori e rafforzare la resilienza operativa. Come? In primis, con investimenti nell’innovazione sanitaria legata al clima, dalle colture resistenti a eventi meteo impattanti ai farmaci termostabili e ai nuovi modelli assicurativi che colmano le lacune di copertura. Sono misure, sostiene il Wef, che possono ridurre i rischi, sbloccare nuove opportunità di mercato e generare valore a lungo termine.
In 47 pagine ricche di dati, tabelle, grafici e riferimenti bibliografici a precedenti studi, il report del Wef prende in esame non solo le perturbazioni comuni e l'analisi delinea anche le vulnerabilità specifiche di ciascun settore. In quello alimentare e agricolo, gli impatti climatici sulla salute potrebbero causare una perdita di produzione pari a 740 miliardi di dollari, con gravi conseguenze per la sicurezza alimentare globale. Nel settore dell’edilizia, si prevede che gli impatti climatici sulla salute comporteranno una perdita di produttività pari a 570 miliardi di dollari. Il settore sanitario e dell’assistenza sanitaria rischia di perdere 200 miliardi di dollari in produttività a causa delle malattie legate al clima che colpiscono la forza lavoro, mentre l’aumento dei tassi di malattie legate al clima tra la popolazione in generale potrebbe aggravare le pressioni sulla domanda. Nel frattempo, si prevede che il settore assicurativo registrerà un forte aumento delle richieste di risarcimento legate al clima.
Tra tante ombre, qualche sprazzo di luce viene indicato dal rapporto laddove si sottolinea che le aziende che investono tempestivamente nell’adattamento alla salute climatica possono trarne vantaggi che vanno oltre la mitigazione dei rischi, aprendo nuove opportunità di innovazione e crescita e soddisfacendo al contempo le esigenze dei mercati emergenti. Viene evidenziato che ogni settore è in una posizione unica per sviluppare soluzioni efficaci di fronte alle sfide emergenti in materia di salute climatica. Dalle colture resistenti al clima che proteggono i sistemi alimentari, ai farmaci termostabili che ampliano la disponibilità di medicinali, alle tecnologie di raffreddamento che garantiscono la sicurezza dei lavoratori edili e ai nuovi modelli assicurativi che proteggono le comunità dagli shock climatici, sono tanti gli esempi di innovazione citati come quelli che stanno già prendendo forma e che possono risultare più promettenti.
Il report sottolinea inoltre che il passaggio globale alla resilienza sanitaria deve essere sostenuto da politiche di supporto, sistemi di dati sanitari climatici interoperabili e finanziamenti innovativi per mobilitare il capitale. Non a caso questi dati sono stati pubblicati in vista del Sustainable Development Impact Meetings 2025 del World Economic Forum, che si terrà dal 22 al 26 settembre a New York e riunirà oltre mille leader mondiali provenienti da diversi settori e aree geografiche. E non a caso questi dati arrivano mentre si intensificano i preparativi per la Cop30 di Belém, in Brasile. I negoziati sul clima di quest’anno sono destinati a portare l’adattamento sanitario in primo piano nell’agenda climatica globale, sottolinea il Wef, segnalando un’opportunità unica per allineare l’innovazione del settore privato con l’azione politica.