Negli Usa aumenta il numero delle vittime provocate dal fumo degli incendi boschivi
Gli Stati Uniti devono affrontare un aumento delle vittime causate dal fumo degli incendi boschivi. Le condizioni climatiche più calde e secche stanno alimentando roghi più vasti, che si verificano più spesso e che durano più a lungo. Il fumo prodotto da questi incendi si diffonde più lontano e permane per più tempo nell’aria rispetto al passato.
Tutto ciò viene sottolineato in uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Nature, da cui emergono anche diversi dati su cui riflettere. Tra cui questo: i ricercatori della Stanford University stimano che il continuo riscaldamento globale potrebbe causare circa 30 mila decessi in più all'anno in tutto il Paese entro il 2050, poiché l'aumento degli incendi causato dai cambiamenti climatici genera un maggiore inquinamento da fumo in tutto il Nord America. Non solo: in base alle indagini condotte dai ricercatori dell’Università statunitense, le emissioni di fumo causate dagli incendi boschivi hanno provocato 41.380 morti in eccesso all'anno tra il 2011 e il 2020, e l’aumento delle temperature potrebbe far aumentare di oltre il 70% i decessi negli Stati Uniti causati dal fumo degli incendi boschivi entro il 2050.
Questi decessi sono dovuti all'inalazione di una complessa miscela di sostanze chimiche. Secondo le analisi, gli incendi boschivi possono esporre un gran numero di persone a questi inquinanti tossici per giorni o settimane, contribuendo a causare decessi fino a tre anni dopo l'esposizione iniziale. Scrivono gli scienziati illustrando in sintesi lo studio pubblicato su Nature: «Qui quantifichiamo il carico di mortalità negli Stati Uniti dovuto al particolato fine (PM2,5) prodotto dal fumo degli incendi boschivi in condizioni di cambiamento climatico. Costruiamo un insieme di modelli statistici e di apprendimento automatico che collegano il clima al fumo PM2,5 degli incendi boschivi e stimiamo empiricamente le relazioni tra fumo PM2,5 e mortalità utilizzando i dati su tutti i decessi registrati negli Stati Uniti. Prevediamo che il PM2,5 potrebbe causare 71.420 decessi in eccesso all'anno entro il 2050 in uno scenario di forte riscaldamento, con un aumento del 73%».
I risultati mostrano che i decessi in eccesso dovuti all'esposizione al fumo PM2,5 in uno scenario di emissioni invariate potrebbero aumentare di oltre il 70% fino a raggiungere i 70.000 all'anno, rispetto ai circa 40.000 decessi annuali attribuiti al fumo dal 2011 al 2020. I maggiori aumenti previsti nei decessi annuali dovuti all'esposizione al fumo si verificano in California (5.060 decessi in più), New York (1.810), Washington (1.730), Texas (1.700) e Pennsylvania (1.600).
È tutt’altro che secondario, in tal contesto, sottolineare il ruolo giocato dal cambiamento climatico e il fatto che una riduzione drastica delle emissioni di gas serra potrebbe prevenire decine di migliaia di morti causate dalle ondate di fumo legate al clima. Né lo è il fatto che il costo economico delle morti causate dal fumo degli incendi boschivi con un riscaldamento di circa 2°C potrebbe superare i costi di tutti gli altri danni causati dal clima negli Stati Uniti messi insieme: dallo studio emerge che se monetizzati, i decessi correlati al fumo dei roghi boschivi potrebbero raggiungere i 608 miliardi di dollari di danni annuali entro il 2050.
«È opinione diffusa che l'attività degli incendi boschivi e l'esposizione al fumo da essi prodotto stiano cambiando rapidamente. Purtroppo, questa è stata l'esperienza vissuta dalla popolazione della costa occidentale negli ultimi dieci anni e da quella della costa orientale negli ultimi anni», ha affermato Marshall Burke, autore senior dello studio e professore di scienze sociali ambientali presso la Stanford Doerr School of Sustainability. «Il nostro articolo quantifica l'impatto di questo cambiamento sull'esposizione in termini di conseguenze per la salute, sia ora che in futuro, con il progressivo riscaldamento climatico».
«Quello che osserviamo, e questo è in linea con quanto riscontrato da altri, è un aumento a livello nazionale del fumo causato dagli incendi boschivi», ha affermato l'autore principale dello studio Minghao Qiu, assistente professore alla Stony Brook University che ha lavorato allo studio come ricercatore post-dottorato nel laboratorio di Burke. «Si registrano aumenti più consistenti sulla costa occidentale, ma il fumo degli incendi boschivi viene trasportato anche su lunghe distanze in tutto il Paese, come dimostrano i recenti eventi di fumo massiccio nella parte orientale e centrale degli Stati Uniti causati dagli incendi in Canada».