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Tutela delle foreste: il Ppe vota con le destre e l’Europarlamento dice no al monitoraggio proposto dalla Commissione Ue

Spaccata la maggioranza Ursula. Critiche dal gruppo Socialisti & Democratici, favorevoli al piano avanzato da Bruxelles. Gli eletti a Strasburgo del Pd: «Affossato un regolamento volto a rafforzare la tutela del nostro patrimonio boschivo. L’alleanza tra Ppe ed estrema destra ha indebolito la posizione dell’Ue come leader globale nella tutela ambientale»
 |  Crisi climatica e adattamento

Da Strasburgo arriva un altro brutto colpo alle politiche comunitarie per la tutela dell’ambiente e il contrasto alla crisi climatica. L’Europarlamento ha respinto una proposta avanzata dalla Commissione Ue per istituire a livello europeo un sistema di monitoraggio a tutela delle foreste. Una proposta presentata ormai due anni fa da Bruxelles col titolo “Forest monitoring” per «colmare le lacune conoscitive» relative allo stato delle foreste nell’Ue e creare una «base di conoscenze forestali completa» per offrire dati migliori e un accesso più facile alle informazioni, «promuovendo la gestione sostenibile e la multifunzionalità delle foreste».

Ebbene, oggi il Parlamento europeo in seduta plenaria ha detto no a questa proposta con 370 voti a favore del rigetto, 264 contrari e 9 astensioni. Decisivo è stato il posizionamento del Partito popolare europeo, gruppo conservatore che è il più numeroso a Strasburgo e di cui tra le altre cose fa parte anche la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen.  Il Ppe (a cui aderiscono gli eletti di Forza Italia) si è detto contrario a introdurre nuovi elementi di «burocrazia» e ha votato insieme alle destre, ovvero i gruppi Ecr (di cui fanno parte gli europarlamentari FdI) e Patrioti (gruppo in cui siedono gli eletti della Lega), suscitando le critiche del gruppo progressista dei Socialisti & Democratici. Di fatto, quella di oggi è una nuova spaccatura della cosiddetta maggioranza Ursula su cui dovrebbe reggersi l’attuale legislatura europea. E, di nuovo, come già in diverse altre occasioni in passato a causa dei posizionamenti del Ppe, è arrivata per un voto riguardante le politiche green.

Gli eletti del Pd al Parlamento europeo, che siedono nel gruppo S&D, hanno accusato il Ppe e le destre di aver «affossato un regolamento chiave sul monitoraggio delle foreste, volto a rafforzare la tutela del patrimonio boschivo dell’Unione Europea». Dure critiche sono arrivate anche dagli eletti dei Verdi e dei liberali del gruppo Renew, che hanno votato contro il rigetto della proposta avanzata da Bruxelles. Nella nota redatta dopo la votazione che ha affossato il piano messo a punto dalla Commissione Ue, gli eurodeputati Pd hanno sottolineato che questa opposizione alla proposta di monitoraggio delle foreste europee rappresenta «un serio passo indietro per le politiche ambientali e un duro colpo per le organizzazioni e gli esperti che da mesi chiedono misure più stringenti per promuovere una gestione forestale sostenibile». La normativa proposta dalla Commissione Ue, spiegano gli europarlamentari dem, «avrebbe rafforzato la capacità dell’Unione europea di contribuire in modo concreto alla lotta contro il cambiamento climatico. L’alleanza tra Ppe ed estrema destra ha compromesso questi obiettivi strategici, indebolendo la posizione dell’Ue come leader globale nella tutela ambientale».

Simone Collini

Dottore di ricerca in Filosofia e giornalista professionista. Ha lavorato come cronista parlamentare e caposervizio politico al quotidiano l’Unità. Ha scritto per il sito web dell’Agenzia spaziale italiana e per la rivista Global Science. Come esperto in comunicazione politico-istituzionale ha ricoperto il ruolo di portavoce del ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca nel biennio 2017-2018. Consulente per la comunicazione e attività di ufficio stampa anche per l’Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino centrale, Unisin/Confsal, Ordine degli Architetti di Roma. Ha pubblicato con Castelvecchi il libro “Di sana pianta – L’innovazione e il buon governo”.