L’allarme Onu: «Ormai è chiaro che non siamo in grado di contenere il riscaldamento globale sotto 1,5°C»
«Una cosa è già chiara: non saremo in grado di contenere il riscaldamento globale al di sotto di 1,5 gradi centigradi nei prossimi anni. Il superamento di tale soglia è ormai inevitabile, il che significa che nei prossimi anni avremo un periodo, più o meno lungo, con intensità maggiore o minore, con temperature superiori a 1,5 gradi». António Guterres parla di fronte alla platea riunita per il congresso dell’Organizzazione meteorologica mondiale (World meteorological organization, Wmo) e il suo è ad un tempo un allarme e uno sprone a fare di più a livello governativo per contrastare i cambiamenti climatici. Il segretario generale delle Nazioni Unite sceglie questo appuntamento che si svolge a una ventina di giorni dall’apertura della Cop30, in Brasile. I rappresentanti dei Paesi partecipanti dovranno presentare i propri piani climatici, e molti sono in ritardo con questo impegno, a cominciare dall’Unione europea, che ha “bucato” le precedenti occasioni di formalizzare il target -90% di emissioni al 2040 e che oggi è chiamata a compiere qualche passo avanti con il Consiglio europeo di oggi.
Guterres, dopo aver fatto riferimento a «prevedibili effetti devastanti di questo superamento» di 1,5°C rispetto all’era preindustriale, aggiunge che «questo non significa che siamo condannati a convivere» con questa situazione. «No. Se c’è un cambiamento di paradigma e le persone assumono seriamente che dobbiamo affrontare il problema, è possibile anticipare il più possibile per arrivare a zero emissioni nette e poi essere coerenti con emissioni nette negative in futuro, affinché le temperature tornino a scendere e l’1,5 rimanga ancora possibile, secondo tutti gli scienziati che ho incontrato, possibile prima della fine del secolo, se ci sarà un pacchetto di misure molto serio che corrisponda effettivamente a un cambiamento di paradigma, ma in cui fortunatamente abbiamo sia la scienza che l’economia al nostro servizio». La scienza insomma c’è, l’economia anche, è la politica, dice tra le righe il segretario generale Onu, che deve fare la propria parte e assumere decisioni all’altezza della sfida in atto.
Dall’Onu arriva insomma un invito all’azione che anche la segretaria generale della Wmo Celeste Saulo rilancia nel corso del congresso straordinario: «Ci riuniamo in un momento in cui la nostra missione non è mai stata così urgente. Tuttavia, questo non è solo un momento di sfida, ma anche un momento di grande opportunità per sfruttare le conoscenze sul clima e i progressi tecnologici al fine di costruire un futuro più resiliente per tutti», ha spiegato. «Vorrei sottolineare ancora una volta l’imperativo di potenziare i sistemi di allerta precoce multirischio e le previsioni basate sull'impatto, di rafforzare i servizi meteorologici e idrologici nazionali, di ampliare le reti di osservazione e lo scambio di dati e di allargare la base sia per i partner che per i beneficiari. Non dobbiamo lasciare indietro nessuno», ha affermato.
Nel corso dell’evento è stato sottolineato che ogni dollaro investito può fruttare fino a quindici dollari di risparmio grazie alla riduzione dell’impatto dei disastri provocati dagli eventi meteo estremi E la necessità di agire è fondamentale, hanno spiegato i vertici della Wmo: negli ultimi 50 anni, i pericoli legati al tempo, all’acqua e al clima hanno causato oltre 2 milioni di vittime, il 90% delle quali nei paesi in via di sviluppo, e i costi e gli impatti economici stanno aumentando vertiginosamente con l’aggravarsi dei fenomeni meteorologici estremi.