Tropical forests forever facility, un modello da 125 miliardi di dollari per premiare chi protegge le foreste tropicali
«Siamo di fronte a una svolta: per la prima volta, il Sud globale guida una grande iniziativa di finanza climatica, rafforzandone la legittimità e la rilevanza politica». A parlare è l’economista e climatologo Carlo Carrao, che spiega perché il Tropical forests forever facility (Tfff) potrebbe rappresentare un momento decisivo per le politiche climatiche. Carraro è membro del Consiglio strategico e co-fondatore del Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici (Cmcc), oltre a essere presidente emerito e professore di Economia all’Università Ca’ Foscari di Venezia e ricoprire altri prestigiosi incarichi. E ora, alla vigilia della Cop30 che si svolge a Belém, in Amazzonia, sottolinea come il fondo proposto dal governo del Brasile per compensare i Paesi che preservano le proprie foreste tropicali «ribalti la logica economica che storicamente ha favorito l’abbattimento degli alberi per l’agricoltura e il legname». L’economista getta anche luce sul ruolo della Banca mondiale nel garantire trasparenza, responsabilità e fiducia da parte degli investitori.
Nel dettaglio, il Tfff è un’iniziativa che sostiene la conservazione e l’espansione delle foreste tropicali fornendo pagamenti annuali ai Paesi che mantengono nel tempo la loro copertura forestale. Nasce per offrire un incentivo economico innovativo che consenta alle nazioni tropicali di proteggere e gestire le proprie foreste, considerando gli alti costi di gestione e tutela.
Di fatto, il Tfff introduce un nuovo modello di finanza climatica che prevede pagamenti annuali ai paesi tropicali che mantengono o aumentano la loro copertura forestale. L’obiettivo è mobilitare circa 125 miliardi di dollari, combinando 25 miliardi di fondi pubblici (come “tranche junior”) con 100 miliardi provenienti da investitori privati attraverso obbligazioni “senior”.
I rendimenti annuali del fondo – circa 4 miliardi di dollari – sarebbero distribuiti ai paesi che ottengono riduzioni misurabili della deforestazione. Il Tfff diventa così un meccanismo trasparente, su larga scala e basato sui risultati, che premia chi riesce concretamente a preservare le foreste tropicali.
Concepito originariamente oltre 15 anni fa all’interno della Banca mondiale, il Tfff è stato recentemente rilanciato dal governo brasiliano e presentato alla COP28, con il sostegno di Colombia, Ghana, Repubblica Democratica del Congo, Indonesia e Malesia.
Secondo Carraro, «si tratta di una svolta: per la prima volta, il Sud globale guida una grande iniziativa di finanza climatica, aumentando la propria legittimità e rilevanza politica».
Il Tfff affronta uno dei principali ostacoli all’espansione della finanza climatica nei paesi in via di sviluppo: l’alto costo del capitale. Potrebbe diventare un modello replicabile per altri investimenti verdi, riducendo gli oneri finanziari delle azioni per il clima nel Sud globale.
Restano tuttavia dei dubbi sulla sua sostenibilità economica. «Il pagamento proposto di 4 dollari per ettaro all’anno potrebbe essere troppo basso per proteggere efficacemente le foreste o offrire rendimenti competitivi agli investitori», osserva Carraro. «Il ruolo della Banca Mondiale come gestore del fondo sarà cruciale per garantire trasparenza, responsabilità e fiducia degli investitori».
Per Carraro, il successo del Tfff dipenderà dal miglioramento dei parametri di valutazione delle prestazioni e dall’integrazione dello strumento nelle più ampie politiche climatiche e settoriali. «Oltre a misurare la copertura forestale, servono indicatori più ricchi – come la deforestazione evitata, la qualità degli ecosistemi, i diritti delle popolazioni indigene e la coerenza delle politiche – per valutarne davvero l’impatto», sottolinea.
Un elemento particolarmente importante è che almeno il 20% dei fondi sarà destinato direttamente ai popoli indigeni e alle comunità locali, riconoscendone il ruolo essenziale nella gestione sostenibile delle foreste. Sarà inoltre necessaria un’adeguata coordinazione con il meccanismo Redd+ (Reducing emissions from deforestation and forest degradation) dei crediti di carbonio e con le politiche agricole ed energetiche, per evitare sovrapposizioni e garantire coerenza.
«Un aspetto chiave e positivo del Tfff è l’incentivo economico diretto a preservare le foreste, rendendo la conservazione più redditizia della deforestazione», conclude Carraro. «Si ribalta così la logica economica che, storicamente, ha favorito l’abbattimento degli alberi per scopi agricoli o di produzione di legname».