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Cop30: con l’America fuori dai giochi, la Cina si propone come paladina della transizione verde

Il vicepremier Xuexiang a Belém, per il prevertice dell’appuntamento in Amazzonia: «Dobbiamo rafforzare la collaborazione internazionale nel campo delle tecnologie e dell’industria verdi, rimuovere le barriere commerciali e garantire la libera circolazione di prodotti verdi di qualità per soddisfare meglio le esigenze dello sviluppo sostenibile globale»
 |  Crisi climatica e adattamento

«Cari colleghi, innanzitutto dobbiamo mantenere la giusta direzione: la transizione verso un’economia verde e a basse emissioni di carbonio. Dobbiamo rimanere fiduciosi, bilanciare obiettivi quali la protezione dell’ambiente, lo sviluppo economico, la creazione di posti di lavoro e l’eliminazione della povertà, cercare progressi coordinati nel miglioramento delle condizioni di vita e nella governance climatica e promuovere uno sviluppo di alta qualità per offrire maggiori benefici alle popolazioni di tutti i paesi». A pronunciare queste parole, al vertice dei leader internazionali arrivati a Belém alla vigilia della Cop30 sui cambiamenti climatici, è il vicepremier della Cina Ding Xuexiang. Con l’America di Donald Trump uscita dall’Accordo di Parigi e assente all’appuntamento che si apre formalmente lunedì in Brasile, Pechino si sta muovendo per giocare il ruolo di potenza paladina della difesa dell’ambiente e del contrasto alla crisi climatica. Lo sta facendo investendo più di ogni altro Paese sulle rinnovabili e lavorando a una tessitura di alleanze commerciali con altri Paesi .

Xuexiang, al prevertice dei capi di Stato e di governo svolto nella città situata in Amazzonia, dice che è necessario eliminare le «barriere doganali» sui prodotti green per favorire la transizione climatica e limitare il riscaldamento globale. «Dobbiamo rafforzare la collaborazione internazionale nel campo delle tecnologie e dell’industria verdi, rimuovere le barriere commerciali e garantire la libera circolazione di prodotti verdi di qualità per soddisfare meglio le esigenze dello sviluppo sostenibile globale», dice di fronte agli altri leader mondiali già arrivati a Belém.

Oltre a mantenere «la giusta direzione, prima di tutto», il vicepremier cinese dice che «in secondo luogo, dovremmo tradurre gli impegni climatici in azioni concrete»: «La chiave per affrontare il cambiamento climatico sta nell’agire. Dobbiamo rispettare il principio delle responsabilità comuni ma differenziate, attuare pienamente ed efficacemente la Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (Unfccc) e il suo Accordo di Parigi, e sostenere l'equità e la giustizia internazionali nel corso dell'azione e dell'attuazione. I paesi sviluppati dovrebbero assumere un ruolo guida nell'adempimento degli obblighi di riduzione delle emissioni, rispettare i propri impegni finanziari e fornire maggiore sostegno tecnologico e di capacity building ai paesi in via di sviluppo».

Redazione Greenreport

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