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Unicef: l’inquinamento atmosferico è responsabile del 15% di tutti i decessi dei bambini sotto i 5 anni

La direttrice generale del Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia lo ha comunicato nel suo intervento di fronte ai leader riuniti a Belém per la Cop30. Se già oggi un bambino su cinque vive almeno il doppio dei giorni di caldo estremo ogni anno rispetto a quando i suoi nonni avevano la stessa età, si prevede che entro il 2050 l’esposizione dei più piccoli alle ondate di calore aumenterà di otto volte
 |  Crisi climatica e adattamento

«I bambini di oggi vivono in un mondo più caldo e più inquinato di quello in cui siamo cresciuti noi. Questa crisi climatica è, in sostanza, una crisi dei diritti dei bambini. I bambini costituiscono un terzo della popolazione mondiale e la metà di tutte le persone che vivono in condizioni di estrema povertà. La metà dei bambini del mondo vive in paesi a rischio estremo di caos climatico. E poiché i bambini sono più piccoli e hanno sistemi meno sviluppati, sono molto più vulnerabili ai cambiamenti climatici rispetto agli adulti». A parlare è Catherine Russell, che ricopre il ruolo di direttrice generale dell’Unicef. Intervenendo alla plenaria dei leader arrivati a Belém per partecipare alla Cop30, ha sottolineato che a causa del riscaldamento globale provocato dalle attività umane ormai il rischio per i bambini «inizia ancora prima che facciano il loro primo respiro»: «Per ogni aumento di un grado Celsius della temperatura, le probabilità che una donna incinta abbia un parto prematuro o il rischio di morte in utero aumentano del 5%».

Una volta nati, le minacce continuano, ha poi segnalato la direttrice generale del Fondo delle Nazioni unite per l’infanzia: durante le ondate di calore, infatti, il corpo dei bambini si riscalda più rapidamente e sudano eccessivamente, esponendoli a un rischio maggiore. Inoltre, respirano due volte più velocemente degli adulti, il che significa che inalano più aria inquinata.

«Entro il 2050 – ha spiegato di fronte ai capi di Stato e di governo giunti in Brasile – si prevede che l’esposizione dei bambini alle ondate di calore aumenterà di otto volte. Già oggi, un bambino su cinque vive almeno il doppio dei giorni di caldo estremo ogni anno rispetto a quando i suoi nonni erano bambini. Gli eventi climatici stanno aumentando in frequenza e gravità. La scienza è chiara su ciò che deve essere fatto. Ciò che è meno chiaro è se saremo in grado di affrontare la sfida. Il mondo agirà per proteggere i bambini?»

Il fatto è che non solo bisogna agire, bisogna farlo anche in fretta. Russell ha infatti fornito anche un drammatico dato relativo alla mortalità infantile dovuta all’attuale sistema di produzione e alla situazione globale dal punto di vista ambientale: «Sappiamo cosa dobbiamo fare, ovvero ridurre urgentemente le emissioni. Una transizione energetica equa porterà enormi benefici ai bambini, riducendo l’inquinamento atmosferico, responsabile del 15% di tutti i decessi dei bambini sotto i cinque anni, e creando nuove opportunità per i giovani nell'economia verde».

L’appello dell’Unicef è per aumentare gli investimenti nell’adattamento e nella risposta alle perdite e ai danni, in particolare nei servizi di base da cui dipendono i bambini per sopravvivere e crescere: salute, istruzione, acqua e servizi igienico-sanitari, alimentazione e protezione sociale.

L’Unicef «accoglie con favore il crescente riconoscimento delle esigenze dei bambini nei piani nazionali e nel processo della Cop», ha sottolineato Russell ricordando che «attualmente il 70% dei contributi determinati a livello nazionale include impegni sensibili alle esigenze dei bambini e 70 Governi hanno firmato la Dichiarazione sui bambini, i giovani e l’azione per il clima». E poi, concludendo: «I bambini hanno bisogno e meritano un pianeta più pulito e più sicuro. La domanda che tutti noi dobbiamo porci è: saremo all’altezza della sfida?».

Redazione Greenreport

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