Skip to main content

Agroalimentare italiano penalizzato dai dazi Usa, Legacoop: «Non siamo soddisfatti»

Quello del vino è il settore che paga di più: «Da inizio anno si sono registrati forti cali della domanda di vino negli Usa: -8,7% in volume e -8,5% in fatturato»
 |  Enogastronomia moda turismo

Oltre ad essere un pessimo accordo sotto il profilo della sostenibilità, quello sui dazi commerciali al 15% siglato tra Usa e Ue impatta con violenza sul comparto più iconico dell’esport italiano – sebbene non il più importante, essendo preceduto largamente dalla metalmeccanica, ma anche da chimica e moda –, ovvero l’agroalimentare.

«Siamo insoddisfatti, per l’agroalimentare in generale, per il vino, il pecorino e per l’olio d’oliva, in particolare». Cristian Maretti, presidente di Legacoop Agroalimentare, si dice profondamente preoccupato «per l’assenza dei vini e del pecorino tra i prodotti europei esclusi dal dazio del 15% previsto dalla dichiarazione congiunta tra Unione europea e Stati Uniti, formalizzata oggi. Ci sono comparti, come il vino, appunto, e l’olio d’oliva, che restano penalizzati, nonostante il loro valore. Da registrare invece, la riduzione delle tariffe su pasta e formaggi duri, come grana padano e parmigiano reggiano, che dal 25% di dazio tornano al 15%».

«L’atteggiamento che l’alleato storico come gli Stati Uniti d’America ha tenuto in questa trattativa con la Ue non è compatibile con i sentimenti di amicizia che hanno contraddistinto gli 80 anni del secondo dopoguerra – argomenta Maretti – Il tema dei dazi non è solo un questione “contabile”, e deve essere soprattutto tenuto conto del deprezzamento del dollaro negli ultimi mesi, aspetti che hanno creato incertezza e quindi problemi seri per le nostre esportazioni», continua Maretti.

Quello vinicolo è il settore che paga di più. «Da inizio anno si sono registrati forti cali della domanda di vino negli Usa: -8,7% in volume e -8,5% in fatturato. I dazi e il clima di incertezza si ripercuotono negativamente anche sugli stessi consumatori americani». Consumatori che devono fare i conti con difficoltà interne. «È di queste ore la notizia che negli Usa aumentano più delle attese le richieste di sussidio alla disoccupazione. I dati al 16 agosto dicono che sono pari a 235 mila unità, in aumento sia rispetto alle 224mila della settimana precedente, +11mila unità, sia rispetto alle 226mila unità attese» evidenzia il presidente di Legacoop Agroalimentare.

Un quadro, in generale, non facile Maretti continua a sperare nel fatto che «la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e i negoziatori europei continuano a lavorare per migliorare la situazione che si è venuta a creare nell’agroalimentare». Ma dal Governo l’approccio è alquanto rinunciatario, in linea col sostegno politico finora mostrato all’alleato d’estrema destra dall’altra parte dell’Atlantico: Palazzo Chigi dichiara infatti che l’accordo sui dazi «fornisce finalmente al mondo imprenditoriale un quadro chiaro del nuovo contesto delle relazioni commerciali transatlantiche. Non si tratta ancora di un punto di arrivo ideale o finale ma alcuni punti fermi importanti sono stati già raggiunti, a partire dall’aver evitato una guerra commerciale e dall'aver posto le basi per relazioni commerciali mutualmente vantaggiose», pur affermando che il Governo «resta impegnato, insieme alla Commissione europea e agli altri Stati membri Ue, per incrementare ulteriormente nei prossimi mesi, come previsto dalla dichiarazione congiunta, i settori merceologici esenti, a partire dal settore agroalimentare. Particolare impegno sarà allo stesso tempo riservato alla conclusione di un'intesa in tema di acciaio e alluminio, anch'essa prevista nel quadro della dichiarazione congiunta».

Redazione Greenreport

Greenreport conta, oltre che su una propria redazione giornalistica formata sulle tematiche ambientali, anche su collaboratori specializzati nei singoli specifici settori (acqua, aria, rifiuti, energia, trasporti e mobilità parchi e aree protette, ecc….), nonché su una rete capillare di fornitori di notizie, ovvero di vere e proprie «antenne» sul territorio.