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Valore complessivo 1,6 milioni di euro, previsto un contributo ministeriale pari a 945 mila euro

Recupero materie prime da batterie, il progetto Prisma ottiene il finanziamento del Mase

Il programma nasce dalla collaborazione tra il Consorzio Polo Tecnologico Magona e Safimet. Gli obiettivi di recupero sono: oltre l’80% per il litio, oltre il 95% per rame e alluminio, un riciclo complessivo della massa delle batterie superiore al 70%, purezza dei metalli recuperati maggiore del 95%
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Se è vero che la prossima rivoluzione energetica passa dalle batterie, è anche vero che c’è da gestire un problema di impatto ambientale derivante dallo smaltimento di quelle arrivate a fine vita. E però è vera anche un’altra cosa: i materiali provenienti dagli accumulatori a fine vita possono essere sufficienti per la produzione di nuovo materiale utile per molti scopi. Uno dei progetti che punta in questa direzione si chiama “Prisma-Processo Innovativo per il recupero di materie prime critiche da batterie litio-ferro-fosfato” ed è stato ammesso e cofinanziato dal ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica nell’ambito del bando nazionale “Progetti di ricerca, sviluppo e innovazione tecnologica riguardanti l’intera catena del valore delle Materie Prime Critiche (MPC) e delle Materie Prime Strategiche (MPS)”.

Il valore complessivo del progetto e di 1,6 milioni di euro e prevede un contributo ministeriale pari a 945 mila euro. Nasce dalla collaborazione tra il Consorzio Polo Tecnologico Magona, che riveste il ruolo di anima scientifica del partenariato, e Safimet S.p.A., azienda leader nel recupero e nella raffinazione di metalli preziosi da rifiuti industriali.

L’obiettivo di Prisma, che avrà una durata di 21 mesi, è quello di sviluppare e validare un processo industriale innovativo per il riciclo delle batterie litio-ferro-fosfato esauste, portando la tecnologia da Trl 4 a Trl 7, ovvero da un livello in cui la tecnologia è stata validata in laboratorio, con un prototipo iniziale e in ambiente controllato a un livello di dimostrazione in ambiente operativo.

La finalità del progetto è duplice: da un lato, si propone di contribuire alla riduzione dell’impatto ambientale derivante dallo smaltimento delle batterie e, al tempo stesso, di rispondere alla crescente domanda di materie prime critiche e strategiche come litio, rame e alluminio, sempre più centrali per la transizione energetica e la mobilità elettrica.

Gli obiettivi di recupero fissati da Prisma sono: oltre l’80% per il litio, oltre il 95% per rame e alluminio, un riciclo complessivo della massa delle batterie superiore al 70%, purezza dei metalli recuperati maggiore del 95%.

I tecnici che stanno lavorando al progetto sottolineano che grazie all’impiego di tecnologie già disponibili sul mercato, «Prisma mira a proporre un modello rapidamente industrializzabile, scalabile e replicabile, rafforzando il ruolo del nostro Paese nello sviluppo di una filiera nazionale del riciclo delle batterie e contribuendo concretamente al raggiungimento degli obiettivi di economia circolare e transizione ecologica».

 

Redazione Greenreport

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