L’industria punta ancora sul Green deal: Lucart rafforza il taglio delle emissioni al 2035
La multinazionale della carta dal sangue toscano – Lucart, guidata oggi dalla terza generazione Pasquini – ha visto oggi la convalida ufficiale da parte della Science based target initiative (Sbti) degli obiettivi di riduzione delle proprie emissioni climalteranti.
Attiva dal 2015, la Sbti è un’iniziativa frutto della collaborazione tra United Nations global compact (Ungc), Carbon disclosure project (Cdp), World resources institute (Wri) e Wwf, che con autorevolezza super partes certifica adesso l’impegno di Lucart nell’allineare il proprio percorso industriale alle traiettorie necessarie a mantenere il riscaldamento globale entro 1,5°C.
«Siamo orgogliosi di questo traguardo, che consolida un percorso di lungo periodo basato su evidenze scientifiche e su un impegno reale verso la decarbonizzazione – spiega Francesco Pasquini, ad Lucart – Ridurre le emissioni è una sfida condivisa che richiede visione, collaborazione e continuità. Continueremo a investire in innovazione ed efficienza lungo tutta la catena del valore per generare impatti positivi e costruire un futuro più sostenibile per le persone, per l’ambiente e per il nostro business».
Un approccio industriale che ribalta dunque la retorica montante nelle istituzioni nazionali e non solo, dove il Green deal viene adesso presentato come una zavorra per le imprese: peccato che non sia vero, perché essere sostenibili significa per definizione avere la capacità di sviluppare il proprio business nel tempo, e rispettare i vincoli ambientali quanto quelli socioeconomici permette di farlo aumentando la competitività dell’azienda.
Come annunciato a fine ottobre a Palazzo Mezzanotte, gli obiettivi di decarbonizzazione Lucart adesso validati a tutti gli effetti dalla Sbti, definiscono un piano di decarbonizzazione che coinvolge l’intero perimetro aziendale e la sua catena del valore. Entro il 2035, il gruppo Lucart si impegna a ridurre le emissioni assolute di scope 1 (emissioni dirette) e scope 2 (emissioni indirette da energia acquistata) del 67,8% e le emissioni di scope 3 (emissioni indirette lungo la catena del valore) legate a combustibili ed energia del 40% rispetto al 2019. Un pilastro essenziale del percorso è il coinvolgimento dei partner strategici della filiera: il 94,42% dei fornitori identificati per emissioni dovrà dotarsi di obiettivi basati sulla scienza entro il 2030, in linea con gli standard Sbti.
Sotto il profilo della sostenibilità ambientale, nel corso del 2024, Lucart – guardando all’intera filiera, cartaria e cartotecnica – ha sfornato prodotti per 636.979 tonnellate, riducendo le emissioni di CO2 (387,53 Kg CO2/t prodotte, -3,43% sul 2023), il consumo d’acqua (9,43 mc/t prodotte), il consumo di energia specifico (7,07 GJ/t prodotte) e i rifiuti generati per tonnellata di carta prodotta (0,24 tonnellate), mentre cresce l’impiego di materie prime da riciclo (il 54% del totale) e l’avvio a recupero dei rifiuti (ora al 90,2%). Performance che, ormai da anni, permettono alla società di spiccare tra i GreenHeroes nazionali individuati dall’associazione ambientalista Kyoto club insieme ad Alessandro Gassmann.
Nell’ambito delle iniziative orientate alla riduzione dell’impatto climatico e allo sviluppo di una filiera sempre più circolare, sabato 6 dicembre 2025 Lucart presenterà, con la partecipazione del ministro per gli Affari europei e per il Pnrr Tommaso Foti, il nuovo impianto nella sede di Diecimo (LU) dedicato al trattamento e alla valorizzazione degli imballaggi poliaccoppiati, parzialmente finanziato con i fondi del Pnrr.