Lucart premiata da Deloitte tra le 72 imprese italiane meglio gestite
Lucart, la multinazionale toscana della carta, è per la prima volta tra le aziende premiate col Best managed companies award, il premio per le eccellenze imprenditoriali di Deloitte Private che oggi pomeriggio ha celebrato la sua ottava edizione presso Palazzo Mezzanotte.
«In questa ottava edizione abbiamo premiato 72 realtà imprenditoriali eccellenti nel nostro Paese. Nel valutare le loro performance, anche quest’anno abbiamo usato una serie parametri consolidati nel tempo e caratterizzanti l’Award che è sviluppato da Deloitte Private in 47 paesi con metriche di valutazione univoche», spiega Ernesto Lanzillo, partner Deloitte e Leader di Deloitte Private dell’area del Mediterraneo centrale (Italia, Grecia e Malta).
A testimoniare e analizzare le performance eccellenti delle aziende premiate è stata una giuria di esperti composta da: Marta Testi, ad di Elite-Gruppo Euronext; Fabio Antoldi, professore ordinario di Strategia aziendale e di imprenditorialità all'Università Cattolica del Sacro Cuore e Renato Goretta, vicepresidente di Piccola industria Confindustria. La valutazione si è basata sui parametri di “Strategia”, “Competenze e Innovazione”, “Impegno e cultura aziendale”, “Governance e Misurazione delle Performance”, “Corporate social responsibility”, “Internazionalizzazione e Filiera” e, infine, anche sul tema della “Cyber Security”.
«Ricevere per la prima volta il Best managed companies award rappresenta per noi – commenta l’ad di Lucart, Francesco Pasquini – un importante riconoscimento del percorso che Lucart ha intrapreso negli ultimi anni, fondato su una governance solida e una visione sostenibile di lungo periodo. Questo traguardo è il risultato del lavoro condiviso di tutte le persone del Gruppo, che ogni giorno contribuiscono con competenza, passione e responsabilità alla crescita della nostra azienda e alla creazione di valore per i nostri stakeholder».
Sotto il profilo della sostenibilità ambientale, nel corso del 2024, Lucart – guardando all’intera filiera, cartaria e cartotecnica – ha infatti sfornato prodotti per 636.979 tonnellate, riducendo le emissioni di CO2 (387,53 Kg CO2/t prodotte, -3,43% sul 2023), il consumo d’acqua (9,43 mc/t prodotte), il consumo di energia specifico (7,07 GJ/t prodotte) e i rifiuti generati per tonnellata di carta prodotta (0,24 tonnellate), mentre cresce l’impiego di materie prime da riciclo (il 54% del totale) e l’avvio a recupero dei rifiuti (ora al 90,2%).
Performance che, ormai da anni, permettono alla società di spiccare tra i GreenHeroes nazionali individuati dall’associazione ambientalista Kyoto club insieme ad Alessandro Gassmann. «In Lucart non rincorriamo la crescita a tutti i costi, ma uno sviluppo sostenibile e condiviso – spiegava Pasquini sulle nostre colonne in occasione della presentazione del XX Rapporto di sostenibilità, lo scorso giugno a Milano – Purtroppo, alcuni segnali istituzionali sembrano andare in direzione opposta, con arretramenti pericolosi. È grave: le imprese che credono nel cambiamento meritano stabilità e strumenti per accelerarlo». Anche perché è dalla sostenibilità che oggi arrivano gli elementi di competitività per le imprese.
Il gruppo Lucart sta consolidando il proprio impegno verso la decarbonizzazione aderendo alla Science based target initiative (Sbti) con l’obiettivo di sviluppare una strategia di riduzione delle emissioni di gas serra basata sulle più recenti evidenze scientifiche e validata da un organismo terzo. Entro la fine del 2025 Lucart presenterà target di riduzione specifici per le emissioni dirette (Scopo 1), indirette da energia acquistata (Scopo 2) e indirette lungo la catena del valore (Scopo 3).
