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Biglietti gratis a tutti? Nella vicenda Cin serve più attenzione alla sicurezza ambientale

Il vero centro dell’inchiesta è la possibile alterazione di uno dei certificati di bordo, l’Engine internation air prevention pollution (Eiapp)
 |  Inquinamenti e disinquinamenti

Molte supposizioni e molti articoli sono stati fatti tra sorrisetti maliziosi e battutine grasse e talvolta pruriginose, sui cosiddetti biglietti gratis che sarebbero stati distribuiti a diversi ufficiali della Guardia costiera, incluso l’attuale Comandante generale, l’Ammiraglio ispettore capo, l’ufficiale più alto in grado del Corpo e che ha sulle spalle il gravoso compito di gestire e impartire direttive precise alle donne e uomini posti sotto la sua dipendenza, militari che quotidianamente, nella stragrandissima maggioranza dei casi servono lo Stato con dignità ed onore, come richiede il dettato costituzionale.

Insieme al citato personale delle Capitanerie di Porto, sono apparsi nominativi di persone importanti per il ruolo che rivestono e per l’essere volti dei media pubblici che per anni abbiamo visto e seguito in tv. Francamente spiace scoprire tante piccinerie, tanta scarsa attenzione per il decoro della funzione che molti di queste persone ricoprono. Ma da cosa nasce tutta questa attenzione in merito all’accusa di distribuzione di migliaia di biglietti gratis dalla Cin, la Compagnia italiana di navigazione nata dopo tante vicissitudini ed alterne fortune dalla Tirrenia, della quale ha mantenuto ancora oggi la livrea?

L’inchiesta che ha scoperchiato il vaso dei biglietti distribuiti a larghe mani nasce dalla Procura della Repubblica di Genova e sembrerebbe essere scaturita da una circostanza ben precisa: la possibile alterazione di uno dei certificati di bordo. Il certificato in questione è lo Eiapp (Engine internation air prevention pollution), previsto dalla Convenzione Marpol e, più precisamente, dall’Annex VI. Questo documento, che rientra a pieno titolo tra quelli previsti per garantire la sicurezza della navigazione sotto il profilo della salvaguardia ambientale, prevede nuovi e più severi requisiti in materia di emissioni di NOx (nitrati di azoto) comportano nuove sfide relative, tra l'altro, alle nuove tecnologie, alla ricostruzione dei motori, etc.  Si capisce, pertanto, come questo certificato e la procedura seguita per il suo rilascio e/o rinnovo deve essere seguito in modo scrupoloso e secondo le regole dettate dall’Imo (International maritime organization) e in accordo con le linee guida emanate dagli enti riconosciuti, nel caso in esame, dal Rina (Registro italiano navale) quale ente riconosciuto scelto dalla Cin medesima.

Naturalmente, evitiamo di addentrarci in normative tecniche e in disquisizioni che potrebbero annoiare il lettore e aggiungiamo solo che l’inchiesta genovese tende ad appurare se tra il rilascio/rinnovo della richiamata documentazione tecnica, atta a garantire la compatibilità delle emissioni dei gas combusti dei motori di bordo, sia stata effettuata nel pieno rispetto dei limiti di emissioni previsti dalla vigente normativa; infatti, la disciplina dei gas di scarico dei grandi motori  endotermici delle navi ha richiamato nell’ultimo decennio l’attenzione dell’Imo e di tutto il settore mondiale dello shipping, per porre fine all’inquinamento  atmosferico dovuto alle navi.

Sono ben impresse nella memoria di migliaia di residenti nelle immediate vicinanze dei porti e di terminal marittimi, le lunghe battaglie ingaggiate per evitare che i gas nocivi causate dalle emissioni delle navi potessero recare nocumento per la salute di tanti residenti in quelle aree. Ben vengano, quindi, tutti i controlli disposti dalle Autorità preposte al controllo delle emissioni per far sì che le regole internazionali sul settore siano puntualmente osservate. Chi ha fatto bene il proprio lavoro non avrà nulla da tenere: l’indagine chiarirà se ci sono stati comportamenti omissivi nell’eseguire i dovuti controlli e in tal caso, il responsabile di una condotta del genere ne dovrà risponde direttamente all’Autorità giudiziaria.  

Redazione Greenreport

Greenreport conta, oltre che su una propria redazione giornalistica formata sulle tematiche ambientali, anche su collaboratori specializzati nei singoli specifici settori (acqua, aria, rifiuti, energia, trasporti e mobilità parchi e aree protette, ecc….), nonché su una rete capillare di fornitori di notizie, ovvero di vere e proprie «antenne» sul territorio.