
Istat, oltre il 70% dei capoluoghi non rispetta i limiti Oms sull’inquinamento atmosferico

Circa un terzo della popolazione italiana risiede nei Comuni capoluogo, dove la concentrazione delle attività antropiche genera elevate pressioni sull’ambiente. Proprio per questo, le città sono laboratori della sostenibilità, dove le amministrazioni locali sono chiamate a sviluppare e mettere in atto strategie di risposta e innovazioni per il contenimento degli impatti ambientali e il miglioramento della qualità della vita dei cittadini. L’Istat propone una panoramica dei risultati dell’indagine Dati ambientali nelle città, riferiti ai 109 Comuni capoluogo di provincia o città metropolitana per l’anno 2023.
Valori medi di concentrazione di particolato atmosferico in diminuzione
Nel 2023, le concentrazioni medie annue di PM2,5, monitorate in 90 dei 109 Comuni capoluogo da oltre 170 stazioni, risultano inferiori a quelle registrate nell’anno precedente nel 62% dei casi (ovvero in 56 città su 90) e invariate nel 28%, mentre nel restante 10% si registra un peggioramento. Analogamente, i valori medi del PM10, monitorati in 95 capoluoghi da oltre 260 stazioni, risultano in calo nel 72% dei casi, invariati nel 18% e in aumento nel 10% rispetto all’anno precedente.
Polveri sottili oltre i limiti OMS in più di sette capoluoghi su 10
Nel 2023 gli interim target dell’OMS (20 µg/mc per il PM10 e 10 µg/mc per il PM2,5) sono stati superati in 70 capoluoghi su 96 con stazioni di monitoraggio attive per il PM10 e in 81 su 90 per il PM2,5. Nelle città che superano le soglie OMS risiedono più di 15 milioni di persone (oltre l’85% della popolazione dei Comuni capoluogo). In tutti i capoluoghi metropolitani le soglie sono superate ad eccezione di Reggio di Calabria, che non effettua il monitoraggio dal 2022. Leggermente meno grave lo stato degli altri capoluoghi che superano le soglie del PM10 e del PM2,5 rispettivamente nel 69,5 e 88,3% dei casi. Inoltre, sono da evidenziare le situazioni più critiche di Bergamo, Brescia, Lodi, Cremona, Verona, Vicenza, Treviso, Padova, Rovigo e Ferrara che registrano 20 µg/mc e oltre di PM2,5. A livello di ripartizione si conferma, per entrambi gli inquinanti, una maggiore gravità del problema al Nord. dove oltre il 76,1% dei capoluoghi supera la soglia del PM10 e il 100% quella del PM2,5. Le quote scendono nel Centro (70% per il PM10 e 76,5% per il PM2,5) e nel Mezzogiorno (72,4% e 81,5%).
Diminuzioni di particolato ancora insufficienti a risolvere le criticità delle città
Le riduzioni esaminate riportano i livelli di inquinamento da particolato atmosferico alla situazione degli anni precedenti al 2020. Tuttavia, è importante sottolineare che la situazione complessiva rimane critica poiché nella maggior parte delle città italiane le concentrazioni di polveri sottili restano ampiamente al di sopra dei valori che l’OMS considera nocivi per la salute umana. Nel 2023 in soli 11 capoluoghi (di cui 7 nel Nord) la riduzione delle concentrazioni medie annue di PM10 permette di scendere sotto la soglia di 20 µg/mc indicata dall’OMS, mentre un incremento dei valori porta sopra la soglia Agrigento e Sassari. Si riduce, inoltre, da 35 a 19 il numero dei capoluoghi che superano il limite della media giornaliera di PM10 (50 µg/mc) per più di 35 giorni durante l’anno. Nel 2023, scendono sotto questa soglia, tra i capoluoghi metropolitani, Roma e Cagliari. Più marginale l’effetto di riduzione sulle concentrazioni medie annue di PM2,5: solo Livorno e Ascoli Piceno, che erano sopra 10 µg/mc, scendono sotto la soglia, mentre Macerata, che era sotto, la supera nel 2023.
Superamenti dell’ozono in calo soprattutto al Nord
Anche per l’ozono, sostanza prodotta in atmosfera tramite reazioni fotochimiche di altri inquinanti, si osserva, rispetto all’anno precedente, una riduzione dei giorni di superamento dell’obiettivo a lungo termine (120 µg/mc della media mobile giornaliera di 8 ore) in 51 Comuni capoluogo su 80 con monitoraggio effettuato da circa 130 stazioni, per una media di 33 giorni di mancato rispetto dell’obiettivo (contro i 39 nel 2022). I capoluoghi che nel 2023 non rispettano neanche l’obiettivo intermedio (non più di 25 giorni/anno di superamento in media triennale) sono 42 (40,7% in termini di popolazione residente). L’andamento dell’ozono risulta del tutto simile a quello delle polveri sottili anche se con intensità minore, e con un calo dei giorni di superamento nel 2023; dopo l’incremento 2022, si torna a delineare la situazione degli anni precedenti. La diminuzione del numero di giorni di superamento caratterizza quasi esclusivamente il Nord: la media dei giorni di superamento dell’obiettivo scende da 62, nel 2022, a 48, nel 2023. Rispetto a questo miglioramento nel Nord fanno eccezione Asti, Savona, La Spezia, Como, Pavia, Lodi, Rovigo, Piacenza, Parma, Reggio nell'Emilia, Rimini e tra i capoluoghi metropolitani Genova (da 44 a 88) e Milano (da 79 a 83). Più contenuta la riduzione nel Centro, dove in media i giorni di superamento scendono da 20 a 15. Diversificata la tendenza nel Mezzogiorno con un lieve incremento al Sud (da 12 a 14 giorni) e una diminuzione nelle Isole (da 15 a 11). In queste ripartizioni tra i capoluoghi metropolitani solo Napoli, Bari e Cagliari non registrano una diminuzione del parametro dell’ozono considerato.
Biossido d’azoto oltre il limite in quasi tutti i capoluoghi metropolitani
Nel 2023 le concentrazioni di biossido d’azoto, inquinante più direttamente connesso al consumo di combustibili fossili (circolazione veicolare e riscaldamento domestico), confermano che la popolazione dei capoluoghi metropolitani è la più esposta agli effetti nocivi di questa sostanza. Alle otto maggiori città (Torino, Genova, Milano, Firenze, Roma, Napoli, Palermo e Catania) sopra il limite di legge di 40 µg/mc nel 2023 si aggiunge Bologna (da 39 a 43), mentre tra gli altri capoluoghi Brescia è l’unico a superare la soglia (41). Inoltre, Venezia (36) e Bari (37) si collocano appena sotto la soglia e, se si considerano le linee guida OMS del 2021 che indicano come nocive concentrazioni superiori a 10 µg/mc, anche Messina (28) e Cagliari (19) presentano valori da tenere sotto osservazione. Complessivamente rispetto al 2022, i valori medi di biossido d’azoto, monitorati in 95 capoluoghi da quasi 270 stazioni, risultano prevalentemente in diminuzione (53 capoluoghi) o stabili (19), mentre sono in aumento in 23 casi.
In lieve aumento le limitazioni programmate alla circolazione dei veicoli
Nel 2023, 44 capoluoghi hanno attuato misure di limitazione della circolazione per i veicoli, dato stabile rispetto al 2022 (42). Tuttavia, si osserva una lieve riduzione di capoluoghi con limitazioni di tipo emergenziale da 24 a 20 (con numero medio di giorni che passano da 5 a 3) a favore di un pari incremento di capoluoghi con misure di tipo programmato che salgono da 34 a 38 (con un numero medio di giorni che passa da 40 a 46).
