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Intervista al Generale Giuseppe Vadalà, Commissario straordinario

Discariche abusive, oggi il 98% dei siti italiani è uscito dall’infrazione europea

La prossima sfida è la Terra dei fuochi: «Abbiamo già censito 293 siti potenzialmente contaminati». Ma per tutte le bonifiche in Italia servirebbero 30 miliardi di euro
 |  Inquinamenti e disinquinamenti

Greenreport continua il suo ciclo di interviste a magistrati impegnati nella lotta contro i crimini ambientali, membri delle istituzioni e industriali operanti nel campo dell’ingegneria ambientale. Nostro gradito ospite è il Gen. D. CC. Giuseppe Vadalà, dal 2017 Commissario straordinario per la realizzazione degli interventi necessari all’adeguamento alla normativa vigente delle discariche abusive presenti sul territorio nazionale e dal febbraio 2025 Commissario straordinario per la bonifica della Terra dei Fuochi.

Intervista

Generale, sono passati alcuni anni dalla sua nomina a Commissario per le discariche in infrazione europea: vuole riassumerci brevemente cosa è stato fatto e cosa ancora c’è da fare?

Da quando mi è stato affidato l’incarico commissariale, il nostro obiettivo è stato chiaro: concludere il contenzioso con l’Unione europea legato alle discariche abusive, mediante azioni concrete di messa in sicurezza, bonifica e recupero ambientale.

In questi anni con la task force dell’Arma dei Carabinieri abbiamo avviato un cronoprogramma che ha coinvolto decine di siti su scala nazionale.

Ad oggi, su circa 81 siti affidati alla struttura commissariale, oltre il 98% (ossia 80 siti) è stato messo in sicurezza e quindi fuoriuscito dalla procedura d’infrazione, a beneficio sia dell’ambiente sia dell’erario dello Stato in termini di riduzione delle sanzioni semestrali per l’Italia. A dicembre prossimo si concluderanno i lavori sull’ultimo sito, Chioggia, e la procedura di infrazione Discariche abusive potrà essere definitivamente archiviata, ma non dimenticata, visto che è nel tempo divenuta una best practice.

La strategia del nostro agire è stata duplice: da un lato intervenire con la sicurezza immediata dei siti, togliendo pericolosità e contaminanti, dall’altro predisporre piani di riqualificazione e riconversione delle aree, rendendole compatibili con usi sostenibili per le comunità locali
In parallelo, abbiamo avviato procedure di monitoraggio, trasparenza e collaborazione con autorità giudiziarie, per garantire che gli interventi rispettino principi di legalità e responsabilità.
L’andamento delle sanzioni semestrali ha mostrato una decrescita costante: il risparmio stimato complessivo dal 2017 in avanti è significativo, basti pensare che la sanzione si è ridotta sensibilmente e ha consentito un risparmio di oltre 140 milioni di euro al nostro Paese.

L’azione dell’Unione Europea ha consentito di difendere la salute, la sicurezza e la vivibilità dei territory infatti ogni bonifica completata è un patrimonio per le comunità locali.

Un altro elemento importante è il coinvolgimento dei territori infatti la partecipazione attiva, la collaborazione con le strutture commissariali e dello Stato nelle sue varie articolazioni, sono elementi decisivi per il successo effettivo e duraturo.

Nel febbraio 2025, a seguito della condanna dell’Italia da parte della CEDU per la nota questione Terra dei Fuochi, il Governo Meloni ha deciso di affidarsi a lei per risolvere anche quest’emergenza ambientale: ci illustri il suo piano d’azione.

Il piano di azione elaborato si basa su sei linee strategiche: ricognizione completa dei siti contaminati, caratterizzazione tecnica, messa in sicurezza e bonifica, monitoraggio ambientale e sanitario permanente, trasparenza dei dati e partecipazione civica, infine semplificazione delle procedure amministrative. 

Abbiamo già censito 293 siti potenzialmente contaminati. Ogni sito viene affrontato con un approccio scientifico: analisi del suolo, acque, aria, definizione del rischio sanitario e scelta dell’intervento più efficace.

Ci siamo subito concentrati sui siti più critici, dove l’esposizione al rischio sanitario è maggiore. Le prime attività di smaltimento dei rifiuti, si sono avviate lo scorso 15 ottobre con la rimozione dei cumuli di rifiuti abbandonati nei comuni di Giugliano in Campania, Recale, Villa Literno. Parallelamente, abbiamo iniziato il coordinamento delle bonifiche ed avviato il monitoraggio ambientale permanente, che sarà condotto in collaborazione con ISPRA, ARPAC e Istituto Superiore di Sanità. È un sistema che ci permetterà di misurare con continuità gli effetti delle bonifiche e prevenire nuove situazioni di rischio. 

L’Ispra ritiene che per bonificare l’intero Paese serviranno 30 miliardi di euro (per la parte pubblica, più gli investimenti privati). Siamo ben lontani dal traguardo. È pura utopia o ci riusciremo? I giovani laureati e laureandi potranno avere un ruolo nel settore delle bonifiche?

La valutazione indicata da Ispra è coerente con la reale dimensione del problema: migliaia di siti contaminati, spesso complessi, stratificati, con responsabilità diverse e tempi lunghi di risanamento. Agendo con metodo, rigore tecnico e trasparenza, possiamo raggiungere risultati concreti in tempi ragionevoli.

Le bonifiche non sono un capitolo di spesa, sono un investimento nel capitale naturale e nella salute pubblica. Sono un obiettivo da raggiungere progressivamente, con una programmazione pluriennale e una governance chiara. L’Italia ha le competenze tecniche, le strutture scientifiche e gli strumenti giuridici per farcela. Serve continuità, non improvvisazione.

In questo scenario ritengo che i giovani laureati e laureandi avranno un ruolo decisivo. Il settore delle bonifiche, della gestione dei rifiuti e del risanamento ambientale ha bisogno di energie nuove, di menti formate su approcci multidisciplinari: ingegneria, geologia, biologia, economia circolare, diritto ambientale. 

Le nuove generazioni devono vedere questo campo non come una nicchia, ma come una frontiera di innovazione. Ogni bonifica è un laboratorio di ricerca applicata: servono tecnici, analisti, comunicatori ambientali, amministratori. 

Abbiamo sempre promosso la collaborazione con Università e centri di ricerca: formare e coinvolgere i giovani significa assicurare che, una volta completate le emergenze, ci sia una classe tecnica in grado di gestire in modo stabile e trasparente la tutela del territorio. 

Il futuro delle bonifiche è anche il loro futuro: sostenibile, concreto e costruito sul merito e sulla competenza.

Adriano Pistilli

Adriano Pistilli, Responsabile Tecnico Gestione Rifiuti, svolge l’attività didattica nel campo dell’Ingegneria Sanitaria Ambientale (la disciplina dell’inquinamento e del disinquinamento). Autore di numerose pubblicazioni riguardanti il ciclo dei rifiuti, il ciclo delle acque, la gestione dei siti contaminati, i microinquinanti emergenti come Farmaci e PFAS, la mutagenesi ambientale e la cancerogenesi chimica. Autore di due testi di sussidio didattico per l’editore La Valle del Tempo: “Inquinamento da PFAS. Trattamenti clinici, farmacologici e ingegneristici per contrastarlo” e “Trattato sull’Ecofarmacovigilanza”.