Gaza oggi è una distesa di macerie. Onu: sono tra 55 e 60 milioni di tonnellate
Mentre in Palestina si misurano ancora gli effetti del fragile accordo arrivato per far cessare il fuoco sulla Striscia di Gaza, le prospettive per arrivare davvero alla pace – e non alla sottomissione – del popolo palestinese passano dal rispetto del diritto internazionale, il che significa mantenere alta la pressione su Israele affinché trovino soddisfazione le legittime ambizioni di autodeterminazione dei palestinesi. Nel frattempo, mentre peraltro i raid su Gaza stanno continuando, l’Onu inizia a fare i conti con le necessità di un territorio ridotto letteralmente in macerie.
I rifiuti da costruzione e demolizione sono in assoluto il flusso di rifiuti più ingente generato ogni anno in Italia, dato che secondo il rapporto pubblicato quest’anno dall’Ispra sui rifiuti speciali (con dati 2023) si tratta di 81,4 mln di tonnellate. A confronto, il Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo (Undp) stima che dopo due anni di guerra la quantità di macerie stimata a Gaza è compresa tra 55 e 60 milioni di tonnellate
L'agenzia Onu sta compiendo il primo passo fondamentale bonificando le strade e riciclando i materiali per pavimentare nuove vie di accesso e strutture temporanee. Decine di escavatori e altri veicoli sono stati schierati lungo Al-Jalaa Street, dove l'Undp afferma di lavorare 24 ore su 24 per riaprire le strade bloccate da mesi. «Si tratta di un processo molto arduo e ci vorranno molti anni per completarlo», spiega Jaco Cilliers, rappresentante dell'Undp in Palestina.